mercoledì 21 settembre 2011

21 settembre

ho fatto passare anche io la serata, come il presidente dell'Inter. E la serata, sicuramente passata più a pensare che a riposare, ha portato all'esonero dell'allenatore. Mai vista sicura, da parte mia, quella panchina da quando quest'estate era stato scelto dopo, dicono, vari corteggiamenti non sbocciati in un rapporto tecnico con allenatori più blasonati. Allontanato quindi, e difficilmente rimpianto, il tecnico piemontese che non è riuscito nel suo famoso progetto tattico che incantava solo pochi anni fa a Genova, sponda rossoblù. Nelle poche uscite ufficiali, iniziate ai primi di agosto a Pechino, con la finale tutta meneghina per la Supercoppa Italiana, è sembrato non riuscire a plasmare una squadra che continua a dimostrare di essere, almeno in alcuni uomini che ne avevano fatto le fortune, logora e ben poco propensa a cambi di modulo e posizione. Sembra quasi che dall'addio di Mourinho a Madrid, escludendo la parentesi di Leonardo, i giocatori non siano totalmente "affascinati" dai progetti tattici dei nuovi allenatori e nel calcio, si sa, i primi a pagare sono questi ultimi.
Oggettivamente è sembrato però che la rosa a disposizione del tecnico non fosse adeguata per un modulo tattico particolare e molto dispendioso fisicamente per cui, forse, l'allenatore avrebbe potuto, per il bene suo e della squadra, tentare degli accorgimenti tattici forse più adatti ai suoi giocatori.
In tutto questo è sembrata passare in secondo piano la prestazione del Novara, che già aveva ben figurato in cadetteria lo scarso campionato, e che ha colpito la squadra nerazzurra nei punti deboli mostrati nelle precedenti uscite stagionali, mostrando grande compattezza e organizzazione oltre ad un'intensità e motivazioni notevoli mostrate proprio nel giorno del ritorno in serie A, dopo 55 anni di assenza. Ben tornati.

f.a.

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