lunedì 8 agosto 2016

Ciao Paul

alla fine è finita davvero.
lo sapevamo tutti, in fondo, che non sarebbe potuta durare in eterno.
Paul is back, laddove 4 anni fa' era andato via, voglioso com'era di diventare grande, costretto a farlo lontano dal desiderato Teatro dei Sogni.
Manchester non era casa sua, ma era l'occasione della vita per un giovane sedicenne, aspirante fuoriclasse, sedotto dalla squadra più ricca del mondo.
A Torino arrivò convinto dei propri mezzi, volenteroso di trovare spazio in un reparto tra i più forti in Europa.
La Juve stava tornando grande, Paul voleva diventarlo.
Basta un attimo, un tiro al volo col piede debole, per farsi conoscere al mondo.
Si prende lo spazio che non c'era, lo merita, e Torino si esalta presto per le gesta di questo ragazzo esuberante arrivato per mille lire.
La sua crescita è esponenziale, in Italia diventa determinante, appoggiato com'è, da un reparto e da una squadra in crescita costante.
In Europa fatica di più, va a corrente alternata, mai trascina ma piuttosto emerge nel collettivo. Tuttocampista. dai palloni recuperati ai tiri scoccati. Si parla di lui, e lui non fa nulla per non far parlare di se. Ogni giorno lo si avvicina ad una squadra, ogni giorno il suo prezzo cresce, ogni giorno.
Lui parla poco, preferisce gli assoli ed i balletti, il look sgargiante ai messaggi d'amore.
Si prende la 10 forse senza amarla mai troppo, senza mai pensare a quanto valga per noi semplici tifosi.
Cincischia, soffre, poi torna ad inventare, quindi a ballare.
Personalmente l'ho visto spiccare all'interno di un gruppo collaudato, per evidenti ed indiscutibili mezzi fisici e tecnici difficilmente riscontrabili in un altro giocatore al mondo.
Posizione, propensione, fisicità, abilità, età.
Guardandolo ho spesso pensato fosse per noi un lusso, per il nostro modo di giocare diverso dal suo, lui sopra le righe, talvolta fuori dagli schemi. Ma era Pogba, ed andava bene così.
Pensavo che alla fine sarebbe potuto rimanere con noi almeno un altro paio d'anni, affinarsi mentalmente e caratterialmente, diventare finalmente leader apprendendo sempre più in un gruppo ricco di grandi uomini.
è finita presto, troppo presto.
Proprio nell'anno in cui forse ci presentiamo attrezzati come mai prima per poter competere con quelle altre 3 veramente grandi d'Europa.
la parola Gap forse, non ci sarà più. Non ci sarà neppure la parola Dab-Dance, Pog-Boom e per tanti tifosi anche la parola rispetto. ma questa è un'altra storia.
Economicamente da questa cessione ci hanno guadagnato tutti, tantissimo.
Lui giocatore ed il suo navigato mentore, la Juve ed ovviamente l'Adidas.
Mourinho avrà tra le mani un potenziale numero 1 al quale però manca caratterialmente tanto per potersi insediare nel podio dei più forti al mondo. Lui ambisce a diventarlo, non l'ha mai nascosto, e lavora per questo.
Fosse andato al Real, al Barcellona, ed anche al Bayern avrei capito e pensato che fra qualche anno avrebbe potuto magari coronare il sogno di essere il Top.
ma scegliere Manchester, per quanti soldi ci possano essere e per quanto radioso possa essere il futuro grazie ad una liquidità esagerata di sterline, è al momento un'indiscutibile passo indietro. Ognuno sceglie la strada che preferisce e noi da casa l'unica cosa che possiamo fare è questa, amare e criticare, incazzarci e dimenticare.
Ho sofferto molto altre partenze, carico d'invidia verso club ricchi e vincenti capaci di strapparci giocatori con euro e certificati di vittoria.
Con Pogba è diverso.
Personalmente l'ho ammirato, senza riuscire mai ad innamorarmene. Sarà che ho sempre pensato non sarebbe rimasto con noi in eterno, restandogli sempre freddamente distante. Non mi sono mai fatto travolgere da certe sue giocate e da certe sue amnesie.
Per questo non farò fatica a dimenticarlo.
Già da ieri, Ci faccio i migliori auguri per TUTTI i nostri obbiettivi, in Italia e magari in Europa.
A te, Ciao Paul, divertiti a Manchester!


f.a.

lunedì 4 luglio 2016

grazie ragazzi.

un mese fa' pensavamo sarebbe stata l'avventura più corta di sempre.
una squadra priva di talento, nel torneo di Hazard e Pogba, di Ronaldo e Bale, di Lewandowski e Muller, di Iniesta ed Ibrahimovic.
noi senza idoli ai quali aggrapparci, senza santi da pregare.
avevamo sbagliato tutto. ci ha pensato la magia del calcio a ribaltare ogni cosa.
cuore e passione, sfrontatezza e coraggio. impossibile non farsi travolgere e conquistare dall'azzurro.
non un miracolo ma una bella ed emozionante scoperta.
l'incredulità dopo la prima gara, la solidità dopo la seconda, il coraggio dopo la quarta, la fierezza e l'amarezza dopo la quinta.
è finita con le lacrime di quei due giganti buoni dopo aver dato tutto il possibile, e forse molto di più.
il Condottiero ha confermato di essere quanto di meglio si potesse trovare e quelli in campo hanno dimostrato di essere prima uomini che calciatori.
eravamo piccolissimi davanti a tutti gli altri, ci restavano sogni avari di speranze. abbiamo salutato Bordeaux gonfi di orgoglio e lacrime.
Gli Azzurri ci hanno dato una bella lezione, valida nel gioco quanto nella vita, quella che il lavoro e l'impegno possono portare a vincere nonostante ostacoli apparentemente insormontabili.
strada facendo ci hanno conquistato tutti e per la prima volta dopo la fine di una spedizione internazionale sono stati accolti da applausi sinceri.
i lanci di pomodori e le pesanti contestazioni senza fine sono un ricordo lontano.
peccato solo per quella minoranza troglodita occupata a sprecare il proprio tempo insultando e deridendo chi, fino a poco più di 48 ore fa', lottava per compiere un'incredibile impresa sportiva, dimenticando di quando non avevamo idoli e nemmeno santi...
sarebbe stata la più bella storia da raccontare ai posteri, ma è stato comunque bellissimo finché è durato.

https://www.facebook.com/thebiggesthead87/

f.a.



lunedì 13 giugno 2016

l'Italia chiamò

ho impostato la sveglia alle 4:50 del mattino, vivendo dall'altra parte del mondo, per seguire l'esordio della Nazionale Italiana in Francia.
In questo periodo storico non si tratta di una scelta troppo razionale, ma piuttosto è stato il risultato di un'analisi poco calcolata e molto istintiva.
Al momento delle convocazioni, alla lettura dei nomi dei giocatori, ho storto e non poco il naso anche io. Non tanto per le scelte degli uomini, da Sturaro ad Ogbonna, non per la titolarità di Giaccherini e Parolo ma per il paragone malinconico con il passato. Cresciuto in un'epoca calcistica assolutamente florida per il nostro calcio, è naturale non nutrire un'assoluta fiducia in quel che sarà.
L'obiettivo primario è dimenticarlo questo paragone, e lavorare duramente per onorare l'impegno.
A casa penso siano rimasti buoni giocatori ma nessuno determinante per un eventuale proseguimento nella competizione. Nessun Balotelli in formato Euro2012, nessun Pepito Rossi versione Villarreal. Loro forse avrebbero potuto cambiare, spostare qualcosa se fossero stati in una condizione accettabile. Abbiamo invece dovuto rinunciare a due dei centrocampisti più forti del panorama internazionale, Marchisio e Verratti. Due assenze tecnicamente pesantissime.
Come alla vigilia di ogni competizione che si rispetti non sono mancate le solite critiche agli uomini, i confronti con le altre partecipanti, e ne siamo usciti ovviamente ridimensionati nei giudizi. Singolarmente il più colpito è stato colui il quale indosserà la numero 10, Thiago Motta. La maglia storicamente più pesante è andata sulle spalle di un giocatore evidentemente non troppo amato dagli italiani. Uno comunque capace di vincere 23 trofei tra Barcellona, Inter e Psg, dall'indiscussa esperienza internazionale.
Niente di nuovo e preoccupante, è fisiologico che nascano polemiche nel paese con il più alto numero di commissari tecnici al mondo.
Fortunatamente però, e sfortunatamente per i tanti detrattori, l'unico CT autorizzato a scegliere e decidere per tutti è Antonio Conte da Lecce.
ai più poco simpatico, indubbiamente vincente, concentrato e serioso. una garanzia.
ecco, qui nasce la mia scelta di seguire gli azzurri nonostante lo scomodo orario.
quel Commissario Tecnico lì è il migliore sulla piazza nel prendere un buon gruppo di giocatori, nel farsi seguire e nel trasformarlo in un Grande gruppo.
poco importa se l'età media dei suoi risulti essere la più alta del torneo, se questi arrivino dalla Juve, dal Bologna o dal Southampton. Quel gruppo di giocatori diventerà una Squadra e prima di lasciare il campo battuta avrà comunque fatto il massimo per uscirne vincente. Questo è l'altro motivo scatenante la mia voglia di seguire la Nazionale.
un altro CT avrebbe, con questi uomini, puntato al non prenderle, ma non sarebbe bastato. Conte punta al non prenderle, con un'umiltà eccessiva nei momenti di difficoltà, ma punta anche ad azzannare al momento giusto, quando la difficoltà è degli altri. forse la squadra non sarà arrembante quanto la sua Juve dei record, non sarà luccicante quanto il suo prossimo Chelsea, ma sarà comunque Azzurra e farà di tutto per sedersi nel miglior tavolo del miglior ristorante Parigino.
del blocco difensivo Juve non serve parlare, la mia fede bianconera e l'oggettiva efficacia dei 4 rende inutile ogni analisi.
l'errore spesso inizia qui, nel pensare che oltre la BBBC ci sia poco altro.
forse è vero, tanti giovani sono spesso attratti dalle skills tecniche dei singoli interpreti, quelli che poi alla fine possono decidere con un colpo una partita. attratti da quanti numeri facciano durante i match, basandosi spesso su quanto alta sia la loro valutazione in Fifa16. Spesso si parla prima che a farlo sia il campo. Ci si dimentica troppo spesso che non tutti nascono fenomeni, ma tanti con il lavoro riescono ad annullare quasi le differenze e le lacune con i più fortunati.
Ci si dimentica troppo spesso di Candreva, per il quale personalmente stravedo, polmoni e tecnica, duttilità ed efficacia. Chiedere ad uno dei migliori difensori della Premier, tale Vertonghen, un giudizio su di lui. Imprevedibile e continuo, stessa precisione nell'alternare palle lunghe e palle corte, nel calciare di destro e di sinistro, nel farsi trovare a supporto del tandem offensivo quanto nel raddoppiare un cliente scomodissimo come Hazard. poi De Rossi, Capitan Futuro da una vita e sicuramente meno entusiasmante e reattivo dei tempi nei quali risultava essere uno dei più forti centrocampisti continentali. lo è stato, ora è più logoro e meno istintivo, ma resta una sicurezza in termini di esperienza, carisma e personalità. ai suoi lati due onesti interni, incursori senza fronzoli, di sostanza ed affidabilità. due grandi lavoratori: Parolo il giocatore con la più alta percentuale di passaggi riusciti nel match contro il Belgio, e Giaccherini, prima spaesato e poi decisivo. spallucce alle critiche, poco importa se ogni volta gli si ride dietro, se resta un fedelissimo del mister un motivo ci sarà.
a sinistra Darmian, ieri timido o forse con le gambe impallate. ma uno che gioca nel Teatro dei Sogni, con quella gamba e quella versatilità saprà riprendersi e ritornare utilissimo. Poi davanti un tandem anomalo. Nessuno dei due fa innamorare ed è per questo che forse ci piacciono così. Eder generoso quanto un centrocampista, come nel fallo tattico per una palla velenosa persa in ripartenza da un compagno e Pellè, abituato a fare da se dopo una carriera lunga e silenziosa nonostante le caterve di gol in giro per i campionati minori in Europa. i Belga lo conoscevano, eppure l'hanno sofferto maledettamente. un gol ed un altro sprecato clamorosamente. troppo per una difesa singolarmente tanto decantata.
in panchina potevamo poi contare tra gli altri su Florenzi, un titolare aggiunto, il già citato Motta e gli imprevedibili Zaza, El Shaarawy, Insigne, Bernardeschi ed Immobile. Forse nomi poco altisonanti a confronto con certe bocche di fuoco di altre nazionali ma la Storia, il lavoro e la concentrazione spesso riescono a regalare storie incredibili e dall'inaspettato lieto fine.
Sarebbe bello vedere quella Tour colorata di un tricolore a noi caro, ma sarà bene ricordare quanto questo sia di difficile realizzazione.
Nonostante questo bell'inizio bisognerà sempre giocare dando il 120% e non sempre potrebbe bastare.
L'importante sarà vendere cara la pelle, non darsi mai per battuti e giocare sempre come se fosse l'ultima gara.
Svegliarsi prima dell'alba a quel punto sarà solo un piacere, ed anche un motivo per essere ancora più fieri trovandosi così lontani da casa.


f.a.

sabato 28 maggio 2016

"hala"...prossima!

era il 22 maggio di 20 anni fa'.
per me era la prima finale di Champions League da spettatore e tifoso. quasi l'inizio della passione per quei colori.
si giocava a Roma, contro la squadra detentrice. erano una corazzata.
una partita infinita e nonostante ci fosse scuola il giorno dopo, rimasi sveglio a godermi il trionfo dopo i rigori.
ricordo ancora il volto impietrito di Van Gaal. proprio lui che fino a qualche ora prima del match pareva snobbare gli avversari, forte della superiorità dei suoi giocatori.
si sbagliava. noi eravamo un mix di classe, forza mentale e fisica, di attributi.
un giugno fa', subito dopo la sconfitta contro il Barcellona non appena la mia testa aveva provato a dimenticare quanto accaduto, ho positivamente pensato che questo, il 2016, sarebbe davvero potuto essere l'anno giusto.
pensavo alla cabala, ai numeri, ai 20 anni passati, alla finale programmata in Italia, come nel '96. si gioca il 28 maggio, giorno nel quale 13 anni fa' perdemmo una coppa in finale, ai rigori contro il Milan...
ignoravo le mosse del mercato, quello che ci avrebbe tolto e che ci avrebbe dato. fiducioso immaginavo fossimo pronti per raggiungere quel trionfo.
è passato quasi un anno da quel giugno, oggi è sabato e Milano vestirà il suo abito migliore per ospitare questo grande evento.
San Siro sarà il centro del mondo, per una notte. tanti attori importanti però la guarderanno da casa questa partita, alcuni non la guarderanno proprio. Quelli del Barcellona sono abituati a collezionare finali, e per una volta non cascherà il mondo se non alzeranno quella coppa. Guardiola avrebbe voluto vincerla prima di lasciare il Bayern. Ibra per essere ricordato da assoluta leggenda a Parigi avrebbe dovuto fare lo stesso, ma non credo che sarà tra coloro i quali la sogneranno di notte, credo.
ce ne saranno degli altri piuttosto, sicuramente un portiere che conosco...
qualcuno dei nostri come me aveva coltivato quel pensiero, cresciuto col passare dei mesi.
nonostante l'inizio in campionato la rivalutazione dopo Manchester, lo sbandamento di Siviglia, la delusione dopo Nyon, disarmati nella prima parte contro il Bayern fino alla nuova speranza dopo il 90°. poi l'incredibile fierezza per quanto fatto a Monaco, nonostante le defezioni, nonostante l'avversario e la cornice.
sul più bello l'abbiamo visto svanire, per un fischio dimenticato, per un rinvio non effettuato, per un contrasto perso, per una valutazione sbagliata.
un dettaglio ha cambiato quello che sembrava essere il percorso del destino.
oggi a giocarsela due squadre agli antipodi. così lontane e così vicine, distanti dos barrios a Madrid. una esageratamente cazzuta, utile e mai bella, pratica e cinica, alla quale manca la consacrazione.
l'altra piaciona e discontinua, regina ma non del tutto convincente. un allenatore cambiato, un altro novizio ma intelligente come lo fu in campo ancora baciato dal Dio pallone.
sarà una finale, sarà una festa, sarà bellissimo.
non così bello come sarebbe potuto essere!







f.a.

mercoledì 18 maggio 2016

Complimenti Mister

metà luglio 2014, allenamenti ufficialmente ripresi e quella dichiarazione di Conte che annunciava di aver maturato delle sensazioni che lo avevano portato a decidere di lasciare la Juventus dopo un triennio di successi in Italia. ringraziamenti infiniti ai tifosi per quanto dimostratogli da giocatore e da allenatore, poi i giocatori e la società, presidente staff e tutte le persone del pianeta Juve. abbronzatissimo ma ancor più scuro in volto per tutta la durata dell'intervista concessa a J-Channel.
il popolo bianconero non reagisce bene, in un attimo cambia tutto.
i maligni lo pronosticavano, i Contiani già lo rimpiangono, ed i più ragionevoli ne accetteranno il distacco augurandosi di non averci più niente a che fare. si parla di Mancini ed Allegri, sembrano essere i sostituti più probabili. Per ragioni diverse nessuno sembra essere troppo gradito.
Quello che preoccupa maggiormente la gran parte del tifo è che il prescelto NON potrà comunque essere meglio di chi ha appena lasciato la squadra. Conte era Juventino dentro, ha dato tanto da giocatore, soldato e capitano, ha dato di più da allenatore prendendo una squadra dalle ceneri e portandola ad un triennio italico indimenticabile, storicizzando il terzo campionato con un record di punti incredibile per il nostro calcio.
ma ora chi arriverà?
Allegri Massimiliano
è arrivato un Mister che era già stato Panchina d'Oro. ottimi risultati a Sassuolo, poi a Cagliari ed infine a Milano. Uno scudetto, un secondo ed un terzo posto prima dell'esonero nel gennaio successivo. i risultati parlavano per lui, il popolo rossonero invece non l'aveva mai amato particolarmente. gli contestava di essere troppo aziendalista ed accondiscendente, ed ultimamente additato per alcune clamorose scelte tecnico-tattiche. l'accoglienza non è quanto di meglio si possa augurare ad un allenatore di una squadra detentrice del titolo, dopo un record storico, sedotta e abbandonata dal suo tecnico. tanti mugugni, troppi.
io non avevo dubbi sulla sua persona, sulla sua idea, ma il disfattismo post-contiano aveva preso anche me. pensavo necessitassimo di una rivoluzione e che quei giocatori lì non avrebbero potuto fare meglio di quanto non avessero fatto in quel triennio. facendo di tutta l'erba un fascio, sembravano esagerati i 20 milioni investiti su Morata, ed il giudizio su Evra, il quale pareva indirizzato verso il capolinea, non poteva essere positivo. si pensava a Vidal, Lichtsteiner, Marchisio, Bonucci completamente scarichi. Barzagli e Buffon incredibili ma non eterni.
ed invece tutta quella negatività non ha fatto altro che aiutare tutto il movimento bianconero a spingersi oltre, provando a fare ancora meglio.
un passo alla volta il nuovo Mister ha conquistato tutti. ha cambiato la testa di una squadra, l'ha spostata da arrembante a fluida, l'ha portata a non aver paura di mostrarsi grande anche in Europa fino ad entrare nel famoso ristorante...
Non ha battuto gli alieni, era difficile farlo ma ad un certo punto le cose sarebbero potute andare diversamente se solo...
è ripartito, senza tre tenori e con il tifo nuovamente giù di corda, vedove di 3 moschettieri difficilmente sostituibili. anzi no, insostituibili! lui lo sapeva. ed ha cambiato ancora. c'è voluto del tempo, ma ne è valsa la pena. lo vedo oggi, intervistato su Sky, fare il padrone di casa davanti a titolati campioni e potenti giornalisti. sprizza gioia, è spassionatamente fiero dei suoi giocatori e lo si avverte fin troppo. ha ragione di esserlo, hanno tutti fatto qualcosa che forse vale più di quel record di Conte.
con giovani esplosi e presto sulla via dell'Olimpo. ha aspettato, gestito e plasmato testa e polmoni, nonostante l'infermeria gli regalasse ogni settimana brutte sorprese. (lì forse, bisognerebbe migliorare qualcosina)...
guardandolo ora vedo uno che juventino non è nato, ma che juventino è diventato o che forse è soltanto come lo definivano i milanisti, troppo aziendalista. alla Juve c'è una società forte, e allora facciamo 2+2 e capiamo perché abbiamo vinto ancora.
oh, e l'anno prossimo niente scherzi e niente crisi del terzo anno.
sarebbe bello arrivare a Cardiff, in Galles non ci sono mai stato e a fine maggio dicono sia spettacolare.



f.a.

lunedì 25 aprile 2016

34 e non sentirli...

svegliarsi oltreoceano e leggere che al 25 aprile è già Scudetto è davvero bello.
metabolizzare che poi si parli del 5° scudetto consecutivo rende il tutto anche speciale.
non ci si sente appagati, ci si sente affamati, perché si può e si deve ambire al massimo, nel calcio come nella vita.
il 29 ottobre 2015, perdevamo 1-0 in casa del Sassuolo. si espongono Buffon ed Evra, schietti e duri contro un gruppo certamente in difficoltà ma con ampi margini di miglioramento.
toccate le corde giuste, da quel momento qualcosa o forse tutto è cambiato. fino al 92° minuto del Derby, un attimo prima del gol di Cuadrado, ho pensato seriamente che questo non fosse l'anno giusto, che potesse essere davvero un anno di transizione.
quel gol casuale ma voluto ha invertito la rotta riportandoci sui giusti binari.
cinque scudetti di fila non li aveva mai vinti nessuno, se non una squadra lontana una vita che portava indosso i colori bianconeri e giocava a Torino. 80 anni fa.
Per il calcio moderno questa è un'impresa incredibile, da nessuno minimamente ridimenionabile.
Va enfatizzata e raccontata, fieri, ai posteri.
dopo Sassuolo la classifica recitava impietosa una distanza di -11 punti dalla Roma capolista, in dodicesima posizione.
rimaneva chiaro a tutti che quel dato non potesse realmente rispecchiare i veri valori della nostra squadra ma un atto di forza così fragoroso, vincere le successive 24 partite su 25, mettere insieme 73 punti su 75, questo si era estremamente e complicatamente poco preventivabile.
una rimonta decisa, difficile, mai scalfita nonostante le frequenti assenze di uomini chiave: 59 infortuni stagionali, più l'operazione cardiologica a Lichtsteiner. troppi stop!
no, non sembrava l'anno giusto. invece a 3 giornate dal termine ci siamo ritrovati a +12 sugli attuali secondi in classifica.
va dato atto e grandi meriti alla stagione del Napoli e al suo uomo migliore, lo straordinario Higuain.
merito alla Roma, per aver rialzato la testa dopo una altalenante serie di successi ed insuccessi; a Trigoria si staranno chiedendo come sarebbe andata a finire se fosse arrivato prima Spalletti... personalmente credo che sarebbe potuto essere ancora più bello, magari più equilibrato fino al fotofinish, ma alla fine l'epilogo con i bianconeri Campioni d'Italia si sarebbe comunque verificato.
eccezionale Buffon, come sempre da quando lo ricordi portiere. uomo, capitano e campione. nuovo record di imbattibilità per lui, ed appena 3 reti subite nell'intero girone di ritorno.
davanti ad un grande portiere, una grande difesa. Bonucci fondamentale ma il rientro di Barzagli tra i titolari ha ufficialmente risistemato i nostri equilibri e riconsegnatoci le certezze. mostruosi.
sfortunato Chiellini. finalmente in crescita Rugani, prima impaurito ora finalmente pulito, ordinato e pronto. bene così!
sulle fasce i continui scambi, il più difensivo Lichtsteiner con il più offensivo AlexSandro, e al contrario Cuadrado-Evra. la sostanza è che è cambiato davvero poco in termini di efficacia ed apporto da entrambe le coppie, grazie ad una gestione degli uomini assolutamente impeccabile. 4 giocatori di assoluto valore, ed Alex Sandro diventerà l'assoluto top nel suo ruolo...
con Khedira la Juve non ha mai perso in 25 gare. sostanza, carisma, inserimenti ed intelligenza. peccato solo per la fragilità muscolare.
Marchisio tanto fondamentale quanto sfortunato, mai a segno ma polmoni, fosforo e cuore.
Pogba, in evidente crescita. sono spesso critico con chi, in possesso di esagerate doti tecniche e fisiche, passa gran parte del tempo ad eludere il suo ruolo di attore protagonista concedendosi forzatamente ricami non adatti in specifiche situazioni.
meglio, esageratemente meglio, da risolutore, finalizzatore, sdradicatore e verticalizzatore. felino e dinamitardo, se concreto il centrocampista più forte e completo del mondo.
Dybala, semplicemente una Joya. atteso, desiderato, criticato e poi finalmente trainante e decisivo come pochi altri. qualcuno lo considera l'Eletto, io gli darei le chiavi per i nostri futuri successi.
così come vorrei ne facesse ancora parte Morata, nonostante un anno difficile ma sicuramente determinante per la sua crescita professionale. l'abbiamo svezzato, coccolato, ci siamo fidati ed abbiamo gioito. poi l'abbiamo bastonato, accantonato ma ci siamo rifidati, gioendo ancora. avendo un debole per lui, gli auguro di trovare presto il giusto mix di cattiveria agonistica e continuità che potranno renderlo uno dei più decisivi attaccanti del globo, magari proprio a Torino. ma al cuore spesso non si comanda . . .
Mandzukic è stato l'emblema della nostra praticità: 10 reti, tanti sfortunati stop, ma l'anima e la voglia, la determinazione ed il sacrificio. non aggraziato come Ibra o predatore come Suarez ma sicuramente unico nel suo genere. mai un tocco di troppo, sempre e solo la giocata più intelligente per il bene della squadre.
Zaza un cavallo pazzo che si farà, una voglia matta di arrivare altissimo, l'attitudine a dare il meglio sempre, in un minuto come in 90.
Allegri? No, gli vorrei dedicare un post a parte nei prossimi giorni. Lo merita.
Buon 34esimo scudetto Juventus e juventini.
Saranno 32 per gli altri ma poco importa.
Da 5 anni ininterrottamente sopra tutti.
non sarà facile ma proviamoci ancora, proviamoci sempre.



f.a.

martedì 16 febbraio 2016

Ottavi di finale

8 confronti, 16 partite tra andata e ritorno.
Attese da due mesi, solitamente affascinanti.
La musica, la cornice, i colori.
Soprattutto le sfilate e le prodezze dei campioni chiamati in causa.
Come spesso accade, per gli strani scherzi del sorteggio, assisteremo a qualche finale anticipata e a qualche partita tra le classiche "che ci sto a fare qua".
Anche quest'anno gli esperti hanno indicato ben presto i favoriti di ogni match.
Solo Psg e Chelsea lasciano forti dubbi agli scommettitori. Forse anche Benfica e Zenit danno l'impressione di potersela giocare alla pari.
Per le altre gare no. Bayern, Real, Barcellona, City, Wolsfburg e Atletico Madrid. Ai quarti, direttamente.
Uscita ipotizzata per le altre, Juve ed Arsenal su tutte. Poi la Roma, la Dinamo Kiev, Psv e Gent. Le Magnifiche 16, diverranno presto le Stupende 8, magari già dopo l'andata degli scontri.
Però il bello della Competizione, volutamente in maiuscolo, resta quello che rappresenta la più banale citazione descrittiva di questo sport, la famosa "la palla è rotonda".
Questa coppa è stata capace di regalare insieme dolci vittorie inaspettate ed inesorabili quanto fragorose cadute a Big onnipotenti.
E allora guardiamoceli gli ottavi che, ogni tanto, anche i bookmakers sbagliano.
Possono individuare una vincente tra l'invincibile Psg formato Ligue-1 ed il Chelsea più deludente degli ultimi anni, in corsa solo per l'obbiettivo bella figura in questa Competizione?
Riescono a capire quanti gol di scarto daranno Messi-Suarez-Neymar ai Gunners che così vicini al titolo in Premier non li si vedeva dai fasti del sommo Henry?
Cosa penseranno della nuova-vecchia Roma Spallettiana al cospetto del Real di Zidane, ricco di bocche di fuoco capaci di tutto ma storicamente non imbattibilie?
L'Atletico di Simeone, meno rognoso e convincente ma più bello di un tempo, passerà facile contro gli Olandesini capaci di prendere a ceffoni il connazionale Van Gaal?
Di Benfica e Zenit, e di Wolsfburg e Gent pensino pure ciò che vogliono. Comunque vada non sembrano avere troppe cartucce da sparare dagli eventuali quarti in avanti.
Poi c'è il City eterno vincitore del premio per il mercato più lussuoso ma costantemente eliminato troppo presto. Vincitore, al massimo, del premio per il miglior vincitore mancato. Urna amica ma soliti problemi di assembramento. Da Kiev chiedano a Ranieri come si può, partendo da nettamente sfavoriti, vincere allo City of Manchester e compiere un'impresa.
Ai Citizens arriverà Guardiola, ma a giugno. Per ora allena, ahimè, il Bayern. A Monaco hanno anche Neuer, Alaba e Lewandowski. Hanno Robben, Müller, Lahm ed anche Douglas Costa. Poi ne hanno altri, tanti, oltre a Vidal e Coman. Non sono al completo machissenefrega, sembrano imbattibili.
Anche se ad affrontarli ci sarà la Juve, finalista lo giugno scorso e fresca capolista in Italia. Anche se si dovessero recuperare dall'infermeria alcuni uomini chiave. Il Bayern ha già vinto, dicono, ha già imboccato la strada per Milano. (Dolci ricordi per i bavaresi...).
Probabilmente sarà così, come i bookmakers hanno pronosticato, i giornalisti hanno scritto, i tifosi delle squadre non partecipanti sperato.
Ma il calcio è bello perché sa essere dolce e amaro, spesso prevedibile, non sempre scontato.
E allora io penso che non si parta mai battuti, che la paura non aiuti a vincere e nemmeno la troppa sicurezza di farlo.
Penso che fondamentalmente tutti quegli esperti parlanti abbiano ragione, ma prima o poi anche in questa competizione a vincere non saranno sempre gli altri.
Bentornata Coppa dalle grandi orecchie.
Sii buona, non vorrai scontentare i bambini della foto...


f.a.

martedì 9 febbraio 2016

Godiamocela!


Pensiamola al contrario.

Arbitra Tizio, anzi "fate arbitrare Caio". E parliamo del Sig. Tizio di Carugate, avvocato, quello che non ci diede un rigore contro il Chievo Verona... Anzi no, poco importa. Comunque vada sbaglierà in loro favore, lo dice la storia. A Napoli fischiano un rigore contro gli azzurri ogni 10 mesi.

Settore ospiti chiuso, così ha deciso il Prefetto.

La società non manda i piccoli tifosi delle giovanili allo stadio bensì rivende i biglietti, per uno stadio completamente azzurro.

Il fattore campo può e deve essere un'arma in più. A maggior ragione se mancheranno gli infortunati Albiol, Hamsik ed Insigne.

Noi sopra di due punti, loro ad inseguire. Inseguire logora, così come non avere il potere, ma loro sanno bene come si preparano certe sfide.

Noi ci arriviamo al gran completo, forse stanchi, ma con il roster completo.

Il Mister è appena uscito indenne da una polemica mediatica per delle frasi offensive rivolte verso un collega. E a Torino hanno il coraggio di parlare ancora di "Stile Juve"...

Poi però una Curva intera offende Pogba e Asamoah, ed il Nostro Mister si presenta in TV dicendo che certe cose e certi tali negli stadi andrebbero puniti.

Ogni domenica ci cantano che "l'unico gobbo buono è un gobbo morto", ricordando l'Heysel. Più tardi invitano Pessotto a ripetere il tuffo dalla finestra della sede bianconera. E la stampa ne parla, prende le nostre difese scagliandosi contro le tifoserie degli altri come se una parte dei nostri tifosi non replicasse mai, con altrettante barbàrie, a certi cori, striscioni, azioni.

Siamo sopra di 2 punti ma abbiamo un fatturato non paragonabile al loro. Allora il nostro Mister lo riporta, puntuale, in conferenza stampa ogni qualvolta gli venga chiesto il favorito per lo Scudetto.

Il fatturato si, è influente e decisivo. Come quella volta in cui NON giocammo al Bernabeu, per lesa maestà: Avevamo Manninger, Grygera, Mellberg, Molinaro, Tiago, Marchionni, Amauri...

O come quando alle semifinali e alla finale di Champions League 2015 giocammo solo per onorare l'impegno, tanto con Benzema-Bale-Cristiano e con Messi-Suarez-Neymar non ha senso, vincono loro prima del fischio d'inizio. Qualsiasi calcolatrice non riuscirebbe nemmeno a calcolare la somma dei loro faraonici stipendi. Dovrebbero giocare una Coppa a parte.

Immaginate Bonucci negli ultimi minuti della gara contro il Genoa che prende furbescamente un cartellino giallo per saltare Frosinone ed esserci a Napoli. Jorginho invece gioca da diffidato la gara casalinga contro il Carpi rischiando di saltare il big match. Avrebbero parlato di nostra furbata, queste cose erano permesse solo a Mou e pochi altri.

 

Provando ad invertire tutto, o quasi, sono caduto nel tranello di chi già da domenica sera questa così bella partita sembra non la voglia giocare e non fa niente per mascherarlo.

Noi dell'arbitro non sappiamo il nome, la residenza ed il codice fiscale. Quasi mai ci importerà troppo perché in ogni caso ed in qualche modo, in un passato più o meno recente, sarà capitato che ci aiutasse.

A Napoli è successo, non di rado, che vietassero la trasferta ai tifosi bianconeri. Non ricordo però l'ultima volta in cui se ne parlò se non per onor di cronaca.

Ci mancheranno pezzi pregiati, tanto pregiati. Non ho ancora letto niente di riconducibile ad un "se ci fosse stato..."

Non dirlo e non aggrapparsi alle assenze è solo un modo velato di ammettere che quel fatturato ci rende pressoché invincibili in Italia, più forti di tutto e di tutti negli ultimi anni. Vero il fatturato conta, può fare la differenza.

Mi piacerebbe ricordare a tutti che 10 anni fa concorrevamo a braccetto nello stesso campionato, in Serie B. Noi da retrocessi, non per demeriti sportivi, loro promossi da dominatori della vecchia C1.

Paro contro Savini, Boumsong contro Grava, Trezeguet e Bogliacino. Ecco, in 10 anni, ammettendo di aver potuto contare su una base solida che includeva grandi vecchi straordinari, avremmo potuto percorrere la stessa strada. Due settimi posti, figure magre in molti campi d'Italia e all'Olimpico di Torino. Poi la rinascita Contiana che, quella si, ci ha spinto verso questo così decisivo fatturato. Gli altri avevano Lavezzi & Cavani, poi venduti a peso d'oro. Noi con gli stessi soldi spesi per Fideleff ci abbiamo fatto metà squadra, quella che poi è arrivata a Berlino non in visita guidata, ma a giocarsi una finale contro i più forti dell'universo.

Il nostro mister, un ganzo livornese lanciatore di cappotti, riceve più domande sul suo futuro al Chelsea che non sul modulo o sulle scelte di chi andrà in campo. Non sbotta, non insulta giornaliste televisive, ma è sempre in bilico e gestisce male i giovani, Rugani soprattutto. Con quell'altro, aiutato dall'utilizzo del Drone, sarebbe stato già il nuovo Baresi. Cattiva gestione Mister Massimiliano...

 

È martedì e se ne sono già dette troppe. Resta l’attesa per scoprire i dettagli sull'origine e le simpatie calcistiche del ramo familiare del designato Sig. Arbitro. Ma arriverà presto sabato.

Quella partita, ora tralasciando le banalità, la giocherei come fosse l'ultima partita della mia vita.

Se fossi Sarri chiederei al mio portiere, il napoletano "ad Honorem" Pepe Reina, come si vincono e preparano partite così, e di raccontarlo ad Hysaj, Ghoulam, Allan e Jorginho. Chiederei al mio Bomber Gonzalo, di trascinarmi ancora come non aveva fatto mai prima di questo campionato. Chiederei al mio Capitano di alzare la cresta davanti al centrocampo più forte d'Italia. Direi a Koulibaly di non ascoltare gli ululati dello Stadium e di annullare Dybala e Morata. "Ululeranno contro Pogba e Alex Sandro perché gigioneggiano troppo" gli direi. Chiederei ad Insigne di dimostrare ancora quanto sia Magnifico in questa stagione da doppia-doppia Cifra. Infine chiederei a miei tifosi di sostenerci sempre e comunque, anche da casa, e come e più di prima nel prossimo impegno casalingo dopo Torino. Due punti di vantaggio pesano, cinque peserebbero enormemente, andare a meno uno non sarebbe una disfatta. Ci sarebbero ancora tre mesi davanti, per sperare e crederci. Gli direi di crederci come ha sempre fatto lui, sessantenne di provincia con il curriculum pieno della parola Gavetta. Potrebbe essere Lui quello che Conte è stato per la Juve. Gonfierei il petto ed entrerei allo Stadium con una sigaretta in bocca, provando ad ammazzare un'evidente tensione. Con la calma dei forti, e l'orgoglio di chi se la andrà a giocare con due risultati su tre a disposizione contro i Vice-Campioni d'Europa.

 

Andrebbe vissuta come un'opportunità bella ed unica.

Vincere per Napoli significherebbe aggiungere una data storica in un calendario non ricchissimo di date rosse.

Vincere per la Juventus dovrebbe essere quasi la normalità.

La normalità nel calcio non esiste.

Esiste la bravura prima dell'abitudine a farsi trovare pronti nel preparare e giocare certe partite.

Le imprese sportive, quelle inaspettate sono quanto di più bello e romantico lo sport possa raccontare e regalare. Ma sabato vorrei che di romantico ci fosse solo la Serata con la mia Fidanzata per festeggiare il Nostro Anniversario.

In campo mi fido dei miei beniamini.
Vincere o perdere, ma Godiamocela e... #finoallafineforzajuventus!




f.a.