lunedì 4 febbraio 2013

Dopo il mercato, parola al campo.

Il campo non mente mai. Dopo tante chiacchiere sul mercato, acquisti riusciti e acquisti mancati, ha potuto parlare finalmente il campo.
Ha inaugurato la giornata la gara dell'Olimpico di venerdì tra i giallorossi padroni di casa ed il Cagliari. In pochi avrebbero scommesso su un successo così ampio degli ospiti, prima della gara. La Roma ha confermato il suo rendimento altalenante e tutta la confusione della settimana di vigilia, con le vicende Zeman, l'infinito caso De Rossi e la barzelletta Stekelenburg, si è poi vista sul campo da gioco. Capitan Totti a parte, la squadra ha mostrato, come già capitato, di non avere un'anima e di essere un cantiere aperto. Scontenti del mercato invernale e per i risultati ottenuti dal boemo fin qui, i tifosi dellla curva sud hanno invitato la dirigenza a cambiare la guida tecnica. Chiesto e fatto. Zeman esonerato, e quest'avventura Bis è stata assolutamente da dimenticare. Detto questo, è giusto elogiare un Cagliari quasi perfetto trascinato dal folletto Sau e da un Nainggolan sempre più pronto per altri palcoscenici. Vittoria importantissima per i sardi.
Torino e Samp, due tra le squadre più in forma del campionato, hanno dato vita ad un match assolutamente avaro di emozioni, preferendo il punticino allo spettacolo.
Al San Paolo, un Napoli in odore di vetta affrontava la bella realtà catanese spazzata però via in un tempo solo da Hamsik, che per somma di assist e gol è al momento il centrocampista più decisivo in Europa, e da Capitan Cannavaro che, con il gol, si sarà forse scrollato il periodo di accuse per il calcio-scommesse. Aggancio momentaneo al primato ottenuto con il minimo sforzo per gli Azzurri. E con un mercato di gennaio che sembra aver puntellato e limato i difetti di questa squadra, la corsa allo scudetto sembra quanto mai possibile.
Nell'anticipo domenicale di mezzogiorno la Juve va al Bentegodi, a casa di un Chievo che 8 giorni prima aveva matato la Lazio a domicilio. Juve che nonostante le numerose assenze, risponde agli azzurri napoletani già dopo 10 minuti dall'inizio del match. Ci pensa poi un ritrovato Lichtsteiner a chiudere il primo tempo con la rete del 2-0 suggellando una prestazione di alto livello. Non hanno contribuito al risultato gli unici due acquisti di gennaio. Il giudizio su Anelka, quindi, sarà rimandato alle prossime uscite.
Il pomeriggio poi vedeva in campo tutte le altre squadre ad eccezione di Milan e Udinese, protagoniste poi del posticipo serale.
A Firenze, dopo aver raccolto 1 punto in 4 partite, ci si aspettava il ritorno alla vittoria, seppur il calendario non regalasse di certo una partita agevole sulla carta. Jovetic mancava da un po' l'appuntamento con il gol, finalmente arrivato a chiudere il match contro i ducali, dopo il vantaggio di testa di Luca Toni. Decisivo per i viola anche il rientro di Pizarro, fondamentale per i viola di Montella.
A Marassi andava in scena Genoa-Lazio. I Rossoblù, dopo aver cambiato tanto in questo mercato invernale, e dopo essere passati in mano al rientrante Ballardini, venivano dal pareggio dello Juventus Stadium. Laziali, stanchi e sazi dalla vittoriosa semifinale di metà settimana contro i bianconeri di Torino, ed anche rimaneggiati da squalifiche ed infortuni incappano in una rocambolesca sconfitta per 3-2 che rianima fortemente il Grifone. In questo caso, il mercato di gennaio darà una grossa mano ai genoani.
Zamparini in questa sessione di mercato ha deciso di tentare una rivoluzione per scacciare lo spettro della retrocessione. Tante novità, molte dall'estero, e l'assenza di Miccoli, troppo pesante per la già scarsa vena realizzativa dei rosanero, penultimo attacco del torneo. Bene l'Atalanta che vince meritatamente e ritrova il sorriso del suo top-player Denis.
All'Adriatico è andata in scena la sagra del rigore. Tre assegnati e 2-1 per il Pescara, trascinato da un quasi imprendibile Weiss. Nella ripresa si concretizza però la rimonta del Bologna che con Gilardino prima, e con una prodezza di Konè poi, regala un'altra domenica amara all'undici di Bergodi.
Al Franchi di Siena si affrontavano i bianconeri padroni di casa e l'Inter. Mercato della Robur condizionato dalla crisi economica della Banca Montepaschi e dalla posizione in classifica piuttosto complicata. Solo così si può spiegare la cessione del perno difensivo Neto, venduto per poco meno di 10 milioni agli ucraini della Dinamo. Davanti l'Inter, rinforzatasi all'ultimo minuto del mercato con 3 nuovi centrocampisti grazie al tesoretto incassato dalle cessioni di Sneijder e Coutinho. Il Levriero Schelotto, di gran lunga il peggiore in campo ieri, e Kuzmanovic subito titolari. Kovacic invece, baby-croato di cui si parla un gran bene, inizialmente in panchina. Vince il Siena 3-1, trascinato da un Sestu in versione funambolo e dal nuovo arrivato Emeghara, colored effervescente. Ossigeno per i senesi e nuovo stop per Stramaccioni.
Le luci di San Siro del posticipo domenicale sembrano far parte di un copione già scritto per il ritorno in Italia di Balotelli. L'acquisto più costoso del mercato invernale, e rinforzo vero per una squadra che continua a non nascondere però evidenti lacune difensive.
Mario, appunto. Girata mancina dentro l'area di rigore ed esultanza alla Ibra, con un sorriso grande così. Poi una sassata da lontano indirizzata al sette che ha chiesto gli straordinari a Padelli, un palo e altre belle giocate. Nel mezzo uno svarione di Bonera porta al gol dell'Udinese con Pinzi e nonostante il Milan continui a dominare, cogliendo anche una traversa la gara sembra avviata sul pareggio fino al 93'. Hertaux contrasta Il piccolo faraone entrato in area, fallosamente secondo l'arbitro. Proteste giustamente animate dei bianconeri ospiti ma sul dischetto va ancora Mario, che diventa Super spiazzando Padelli e regalando 3 punti ai rossoneri che valgono l'aggancio ai cugini in zona Europa League. Balotelli è un fattore in questo campionato e già da ieri ne ha dato la prima dimostrazione facendo cantare San Siro e inserendo prepotentemente la sua nuova squadra come pretendente alla rincorsa verso l'Europa che conta, "balotellate" permettendo. Finalmente un top-player è tornato in Italia, e cosa ancora più bella è un Italiano.

f.a.