lunedì 8 agosto 2016

Ciao Paul

alla fine è finita davvero.
lo sapevamo tutti, in fondo, che non sarebbe potuta durare in eterno.
Paul is back, laddove 4 anni fa' era andato via, voglioso com'era di diventare grande, costretto a farlo lontano dal desiderato Teatro dei Sogni.
Manchester non era casa sua, ma era l'occasione della vita per un giovane sedicenne, aspirante fuoriclasse, sedotto dalla squadra più ricca del mondo.
A Torino arrivò convinto dei propri mezzi, volenteroso di trovare spazio in un reparto tra i più forti in Europa.
La Juve stava tornando grande, Paul voleva diventarlo.
Basta un attimo, un tiro al volo col piede debole, per farsi conoscere al mondo.
Si prende lo spazio che non c'era, lo merita, e Torino si esalta presto per le gesta di questo ragazzo esuberante arrivato per mille lire.
La sua crescita è esponenziale, in Italia diventa determinante, appoggiato com'è, da un reparto e da una squadra in crescita costante.
In Europa fatica di più, va a corrente alternata, mai trascina ma piuttosto emerge nel collettivo. Tuttocampista. dai palloni recuperati ai tiri scoccati. Si parla di lui, e lui non fa nulla per non far parlare di se. Ogni giorno lo si avvicina ad una squadra, ogni giorno il suo prezzo cresce, ogni giorno.
Lui parla poco, preferisce gli assoli ed i balletti, il look sgargiante ai messaggi d'amore.
Si prende la 10 forse senza amarla mai troppo, senza mai pensare a quanto valga per noi semplici tifosi.
Cincischia, soffre, poi torna ad inventare, quindi a ballare.
Personalmente l'ho visto spiccare all'interno di un gruppo collaudato, per evidenti ed indiscutibili mezzi fisici e tecnici difficilmente riscontrabili in un altro giocatore al mondo.
Posizione, propensione, fisicità, abilità, età.
Guardandolo ho spesso pensato fosse per noi un lusso, per il nostro modo di giocare diverso dal suo, lui sopra le righe, talvolta fuori dagli schemi. Ma era Pogba, ed andava bene così.
Pensavo che alla fine sarebbe potuto rimanere con noi almeno un altro paio d'anni, affinarsi mentalmente e caratterialmente, diventare finalmente leader apprendendo sempre più in un gruppo ricco di grandi uomini.
è finita presto, troppo presto.
Proprio nell'anno in cui forse ci presentiamo attrezzati come mai prima per poter competere con quelle altre 3 veramente grandi d'Europa.
la parola Gap forse, non ci sarà più. Non ci sarà neppure la parola Dab-Dance, Pog-Boom e per tanti tifosi anche la parola rispetto. ma questa è un'altra storia.
Economicamente da questa cessione ci hanno guadagnato tutti, tantissimo.
Lui giocatore ed il suo navigato mentore, la Juve ed ovviamente l'Adidas.
Mourinho avrà tra le mani un potenziale numero 1 al quale però manca caratterialmente tanto per potersi insediare nel podio dei più forti al mondo. Lui ambisce a diventarlo, non l'ha mai nascosto, e lavora per questo.
Fosse andato al Real, al Barcellona, ed anche al Bayern avrei capito e pensato che fra qualche anno avrebbe potuto magari coronare il sogno di essere il Top.
ma scegliere Manchester, per quanti soldi ci possano essere e per quanto radioso possa essere il futuro grazie ad una liquidità esagerata di sterline, è al momento un'indiscutibile passo indietro. Ognuno sceglie la strada che preferisce e noi da casa l'unica cosa che possiamo fare è questa, amare e criticare, incazzarci e dimenticare.
Ho sofferto molto altre partenze, carico d'invidia verso club ricchi e vincenti capaci di strapparci giocatori con euro e certificati di vittoria.
Con Pogba è diverso.
Personalmente l'ho ammirato, senza riuscire mai ad innamorarmene. Sarà che ho sempre pensato non sarebbe rimasto con noi in eterno, restandogli sempre freddamente distante. Non mi sono mai fatto travolgere da certe sue giocate e da certe sue amnesie.
Per questo non farò fatica a dimenticarlo.
Già da ieri, Ci faccio i migliori auguri per TUTTI i nostri obbiettivi, in Italia e magari in Europa.
A te, Ciao Paul, divertiti a Manchester!


f.a.