sabato 29 agosto 2015

Au Revoir, Kingsley.






 "è necessario un rinnovamento intelligente", dicevano. oculato, preciso, studiato ma comunque rischioso. tutto vero!
necessario svecchiare la rosa, un obbligo per tenere vivo un ciclo pluriennale.
alcuni parlano di involuzione tecnica e carismatica. dalla dirigenza giustificano il tutto, dicono siano giovani ma adeguati.
i giovani d'oggi, quelli che costano cari. dagli ufficiosi 100 di Pogba, ai 70 di Sterling, agli 80 per De Bruyne, ai quasi 40 per Dybala. il mercato è così. giovani dal futuro d'oro, quasi assicurato. investire certe cifre su ventenni potenzialmente top, resta comunque e sempre un rischio.
rischio acquistare e rischio, in tempi di crisi in cui i ricchi sono sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri, è cedere, a qualsiasi cifra sia.
da noi, nel nostro orticello, parlavano di progetto e di una squadra giovane, di grande qualità per conseguire quei titoli per i quali da sempre lottiamo, fino alla fine.
ieri poi è toccato salutare un colored con una trecciolina biondo-pallida, sempre ai margini ma sempre in vetrina, un diciannovenne preso per meno di un caffè; uno che potrà spaccare il mondo come quel tormentato ricordo di Thierry, o che potrà fare la fine di un Gourcuff o di un Rothen. a 28 milioni, tra prestito e riscatto, al club al quale hai già dato Arturo, al servizio del miglior allenatore del mondo.
ed il progetto di cui si parlava? no, il progetto prevede degli imprevisti e delle offerte irrinunciabili. per 28 milioni complessivi Coman, oggi è giusto darlo via. 19 anni, oggi. ma Coman, tra due anni, che prezzo avrà? che giocatore sarà? quello sulla strada del precursore Titì, o quello degli altri presto dimenticati?
Kingsley ha giocato una manciata di minuti in finale di Champions, quando non c'era più nulla da perdere; ha giocato nella finale di Supercoppa Italiana, e domenica scorsa all'esordio, senza lasciare traccia. ha fatto però intravedere lampi importanti quando in palio c'era poco o nulla, l'anno scorso. lì si è esaltato, doppiando avversari e mostrando un gran feeling con gli assist ed un rapporto da coltivare con il gol.
non è un semplice funambolo da allenamento, è semplicemente un giocatore che si deve formare, deve crescere, deve giocare. al Bayern lo farà poco, o comunque Ribery permettendo, salvo imprevisti ed impetuose esplosioni.
magari poi i bavaresi lo presteranno, forse a quelli che ora vendono KDB a 80 milioni, facendo così una plusvalenza doppia rispetto alla nostra.
il mercato sembra diventato uno scouting continuo alla ricerca della plusvalenza migliore.
poco importa se, noi da casa, avremmo fatto o meno certi acquisti e certe cessioni.
per fare il Manager di mestiere ci vogliono capacità, doti, ed amore per il rischio a cuor leggero, tanto i soldi investiti o buttati, sono sempre di terzi. solo che poi si paga sulla propria pelle il futuro in base ai frutti del lavoro fatto.
a Torino hanno voluto rischiare. ma loro hanno una visione complessiva e globale imparagonabile rispetto alla nostra. devono far quadrare i conti, devono portare risultati, devono accontentare tutti all'interno del club.
l'obbligo che invece chiediamo noi, semplici tifosi esigenti, è quello di continuare a vincere. le parole progetto, svecchiamento, rinnovamento, plusvalenza ci interessano poco. ci interessa di più vincere sul campo. alla fine, è l'unica cosa che conta.


f.a.

sabato 22 agosto 2015

bentornato campionato.



è il giorno della Serie A, un nuovo inizio, atteso come un Capodanno.
dopo 4 anni a forti ed intense tinte bianconere, tifosi e giornalisti appassionati delle sorelle, o meglio cugine dei bianconeri, riprendono a sognare. vedono l'obbiettivo più vicino, dopo un poker straordinario, dopo una Berlino beffarda, dopo gli addii di 3 tenori. anche il mercato delle altre, rende il pensiero del gap diminuito più consistente.
da oggi parlerà il campo, esclusivamente nello stretto spazio dei 90 minuti. un minuto prima, un minuto dopo, si parlerà dei nuovi arrivi, dei pezzi dei puzzle mancanti. a Torino aspettano la ciliegina, pensano notte e giorno a quella. sempre che allo Stadium, domani, non ci siano sorprese. a quel punto, tutti, juventini e non, storcerebbero bocca, naso e sopracciglia prima di esternare un quanto mai prevedibile "lo sapevo".
gli addii illustri, tutti obbligati e fisiologici. gli arrivi dispendiosi, all'insegna di un ringiovanimento intelligente e necessario. il parametro zero già ai box, in un reparto indebolito, in un ruolo che definir delicato è un eufemismo. poi gli altri stop: Barzagli e Chiellini, Morata e Marchisio. mica spiccioli.
nel mezzo una Coppa alzata, quella di Shanghai, passata troppo in secondo piano. due gol dai nuovi. i titoli però sono sempre per i vecchi e per i futuri, probabili o impossibili inclusi. in settimana è arrivato, non in saldo, un rinforzo notevole, Alex Sandro. rinforzo fresco, pronto, e soprattutto con tanto futuro davanti, sicuramente da Top assoluto nel ruolo. ma a confermare un'estate mediaticamente quasi tormentata, la voce insistente del Chelsea su Pogba. oggi, ora, a qualche ora dall'inizio, a due settimane scarse dalla fine del mercato. Cento milioni oggi, hanno una potenza di fuoco comparabile a 30 ad inizio mercato. il tutto poi dopo avergli dato, dietro richiesta, l'ambitissima numero 10!?
del mercato non vi è certezza, ma il raziocinio penso prevalga. è comunque stato uno dei mercati più caldi che io ricordi.
domani, però, finalmente parlerà il campo. un nuovo inizio, sperando che si riparta nel migliore dei modi.
poi ripenseremo, senza negarlo a quella curiosità insaziabile di vedere la rosa chiusa, il mercato finito. ritrovarci tra due settimane contenti per l'ultimo colpo, speranzosi dopo un buon inizio, affamati come sempre. le cugine vorrebbero diventare sorelle. non fidiamoci, dicono che spesso i parenti siano serpenti.


f.a.