giovedì 22 ottobre 2015

Quando una Joya ?!

12 mesi fa, superato l'infortunio d'inizio preparazione, il Cerbiatto madrileno non aveva ancora vinto lo scetticismo generale.
Qualche buono spunto, un assaggio di accelerazioni violente e poco più. Titolare mai se non per le rotazioni del turn-over. Un gol a Empoli, una doppietta da subentrato nella goleada contro il Parma. Un'occasione importante sprecata, nella quarta gara del girone di Champions. Fuori lui, dentro quello che era stato il titolare fino a quel momento, Llorente. Il Navarro, nonostante il personale momento delicato, cambiò l'inerzia del match. Juve di rimonta, gara ribaltata. La gara della svolta che secondo il sottoscritto ha cambiato l'approccio mentale bianconero alla competizione, fino a Berlino.
Nuovamente sotto nelle gerarchie, bene e poi male discontinuamente fino a Carnevale. Lì il cerbiatto timido ha cambiato pelle, vestendosi definitivamente da partner ideale di Carlitos. I tifosi e la stampa filo-bianconera sprecano titoli e striscioni, "innaMorati" tutti ad un tratto. Il suo exploit sotto porta contribuisce impetuosamente a portare la squadra a sfiorare uno storico triplo titolo. 
Oggi, 12 mesi dopo, imprechiamo impauriti per la famosa recompra, spettro presente dietro ogni sua giocata decisiva. 
Ecco, si fa presto a criticare, denigrare, brontolare e poi idolatrare. Un altalena di giudizi, come d'incanto. 
Se la storia si ripeterà ce lo dirà solo il tempo. 
In provincia, 12 mesi fa, incantava tutti un folletto argentino guadagnatosi il soprannome La Joya. 
Lo vogliono tutti e quel bravo mercante del suo presidente lo promette ad una squadra diversa un giorno sì e l'altro pure, scatenando così una pubblica asta. In primavera, quando invece il nostro era già sbocciato a tutti gli effetti, il piccolo Paulo era andato quasi in letargo. Prima il rifiuto, giusto, alla Nazionale di Conte poi la paura di perdere per infortunio il treno verso qualche big. Non gli succede niente, nonostante sia una delle vittime preferite dai calcioni dei rudi avversari. Chiude da capitano in un Barbera estasiato, salutato in trionfo. Il buon mercante aveva chiuso l'affare, una quarantina di milioni tra cartellino e bonus. Tanta roba tra un "chi l'ha preso ha fatto un affare...lo voleva Berlusconi"..."lo volevo io, l'avrei dato a..."
Dybala arriva presto a Torino, addirittura è già presente sugli spalti di Berlino in quell'amara finale.
L'estate porta tante attese su di lui ancora di più dopo l'addio del Brigante, con il quale sognava di duettare.
La Juve è un cantiere aperto tra arrivi e partenze, tra infortuni e risultati che non arrivano. 
Ad oggi Paulo, complici gli infortuni degli altri, è l'attaccante della rosa che ha giocato di più. Quasi il doppio di Morata, il secondo più utilizzato per capirci. Però ho appena detto che la Juve era un cantiere, e forse lo è ancora un po', e Paulo è bravo ma è giovane. 
A Shanghai era entrato ed aveva spaccato tutto, poi solo fiammate. 
Oggi sembra essere la quarta scelta, ultimamente al massimo per una decina di minuti, i finali. Difficile possa risolvere , così le partite. Difficile possa tacere i mugugni, così. Ma chi guida la squadra penso sia la stessa persona che è stata capace di prendere un gruppo spompato ma solido, affiatato ma scottato, e di spingerlo quasi oltre ogni più rosea aspettativa, adattandolo e rimotivandolo. Sarebbe quindi logico pensare che il Mister stia solo aspettando il momento giusto per il 21 bianconero. Sperando non si arrivi a Carnevale per la svolta, quest'anno serve presto, diciamo subito.
Su Paulo, ma soprattutto sulla critica giornalistica e dei tifosi, grava il fatto che certe cifre non le spendevamo da un po' per certi giocatori, e non parlo di Amauri, Felipe Melo e Diego. 
E qui torno al tempo, quello che ci dirà se avremmo trovato gol e gioie per almeno un lustro abbondante, o se il mercante ci ha illusi bluffando.
Detto che quel soprannome credo porti poca fortuna se affibbiato in zona Palermo, pensando ad un tipetto presto "finito" come Abel Hernandez, io voglio credere che ci innamoreremo di nuovo. 
E a dirla proprio tutta, facendo tutti gli scongiuri del caso ed anche qualcuno in più, se da Madrid dovessero infischiarsene della Recompra paventata dai nostri giornalisti terroristi e se Paulo sbocciasse, come il valore assoluto del giocatore lascia intravvedere, potremmo goderci un gran bel tandem almeno fino ai Mondiali invernali...
La storia a volte si ripete, a me piacerebbe se questa volta riuscissero a riscriverla. 
Così com'è attualmente ci sta piacendo poco. Era prevedibile, abbiamo cambiato il regista ma una Joya, prima o poi, ci aiuterà.



f.a.



lunedì 19 ottobre 2015

Rush!

I numeri sono indegni.
La posizione in classifica, anche.
Attenuanti tante. Infortuni, modulo, rinnovamento, adattamento. 
Tutto vero. Ma dopo due mesi di campionato nessuno si sarebbe aspettato una situazione così. 
Udinese, un assedio sterile. Un contropiede, un gol subito. Zero punti.
Roma, passività e nessuna identità, paradossalmente meglio in 10 che in 11. Zero punti.
Chievo, gol subito al primo tiro, primo punto in classifica.
Genoa, vittoria contro 10 uomini, senza brillare ma finalmente i 3 punti.
Frosinone, un palo subito, un gol da fermo in pieno recupero, un punto.
Napoli, poco in partita, altra sconfitta giusta. Come contro la Roma.
Bologna, primi 3 punti in casa dopo aver subito gol ancora al primo tiro.
La sosta, qualche uomo recuperato, altri nuovamente acciaccati.
Inter, un legno a testa, tanta paura, un punticino più da bicchiere mezzo vuoto.
La svolta tarda ad arrivare. Eppure il mercoledì europeo ci regala gioie, illusorie, ma determinanti per il cammino in Champions. Lì è diverso, come al contrario succedeva gli anni passati. 
Sarà Berlino, saranno gli avversari, sarà che lì il concetto di sazietà non esiste.
Ma arrivare a Milano, al momento, oggettivamente pare utopico.
In campionato solo 9 gol fatti. Sarà l'assenza del quasi capocannoniere della passata stagione, di uno dei centrocampisti centrali più prolifici d'Europa e dell'inventore unico dell'ultimo passaggio (e non solo)... Sono però arrivati una giovane Joya pagata abbastanza, ed una garanzia croata che qualche gol l'ha sempre fatto tra Bundes & Liga. 
La fonte di gioco manca, è mancata e forse mancherà anche quando proverà a reincarnarsi stabilmente nei piedi di Marchisio. Ottimo ma diverso dal come ci eravamo abituati nel quasi ultimo lustro.
Dietro i soliti Leoni. Dal più anziano, il Capitano, la faccia e ancora l'anima della squadra. Peccato non possa infondere carisma e personalità nel centro del campo, come faceva nella categoria esordienti. 
Fortunatamente fa ancora benissimo il suo ruolo e se non ci fosse stato lui forse staremmo parlando di qualcosa di ancor peggiore, se possibile.
Barzagli, dopo un'annata di riposo forzato per gli infortuni, è tornato il muro apprezzato nel triennio Contiano. Gli altri due, talvolta distratti, tengono ancora bene, vivendo però spesso di rendita.
Avanzando nei reparti, troviamo quei 3 che solo ieri hanno giocato insieme. Prima volta da luglio, dal ritiro estivo. Si faranno. 
Chi mi preoccupa è colui che indossa la 10. Dovrebbe essere la certezza, la linea guida. Invece è diverso, meno sfrontato e più complessato, mentalmente bloccato, fisicamente in ritardo. Si pensava potesse sovrastare chiunque, prendendosi una leadership naturale che i guizzi passati sembravano giustificare. Invece no. Per ora no. Per ora i tifosi pensano che 100 milioni, in un'annata così rinnovata, avrebbero permesso acquisti funzionali per l'imminente futuro che volente o nolente lo vedrà comunque lontano da Torino.
A destra l'affare, in prestito. Un colombiano impazzito, al quale non si può però affidare il nucleo del mondo. Ogni azione utile o forzata passa dai suoi piedi, educati non fatati, troppo prevedibili se ricercati ossessivamente. 
Il lato opposto continua a presidiarlo un insostituibile del Mister. Uno che ha macinato davvero tanto nella decennale carriera oltremanica, intelligente ed umile, uomo e campione ma non più pronto a sostenere fasi così delicate e sprementi in novantacinque minuti per almeno due volta alla settimana. Così si è investito tanto su un esterno in scadenza, pagandolo abbastanza, il quale sembra stia diventando un caso. 24 anni, sprint e piede, forza e dinamismo. Forse non sarà ancora pronto, preghiamo lo sia presto. Del trequartista non parliamo più perché il Tucumano era già in rosa, e penso abbia poco da invidiare al Profeta arrivato in extremis più per tacere i mugugni del popolo che per evidente rafforzamento tecnico. Detto questo, in base alle scelte fatte, credo che il ruolo del 10 lo vedremo abbastanza raramente schierato. Nonostante un'estate di snervante ricerca. 
Dei delanteri ho già detto. Si è unito anche Zaza, lottatore generoso dal sinistro caldo, ancora acerbo per prendersi la squadra sulle larghe spalle e portarla lassù dove si potrebbe. 
Si è acquistato per rimpiazzare, si è abbassata e bene l'età così come il monte-ingaggi. 
I ricambi rendono la squadra più lunga della passata, anche se per ora gli infortuni hanno invalidato ogni idea di rosa profonda.
I titolari però, ad oggi, restano distanti dai partiti. 
Non so cosa aspettarmi dal futuro, i valori restano molto buoni, l'amalgama resta lontana così come i capoclassifica. 
Bisognerà correre e rallenteranno lassù. Non so quanto però riusciremmo ad accelerare noi senza più toccare il freno. 
Non frenare è generalmente pericoloso ma a noi serve davvero non farlo più. 



f.a.