lunedì 5 marzo 2018

Ciao Dà

Questa foto dovrebbe risalire al 2003/2004, alla categoria Allievi. Gli anni più belli per tanti di noi.
Quelli nei quali si capisce, quasi sempre, verso che strada ci si dirigerà da grandi.
La categoria che più forma, che più decide. La più determinante.
E mentre guardo questa foto e piango, penso che saremmo potuti essere compagni di squadra e di reparto, amici.
Penso che mi avresti aiutato a comportarmi meglio con arbitri ed avversari.
Non lo siamo stati compagni, non siamo stati amici.
Ma l'amore per il calcio me l'ha sempre fatto credere. Di essere tuo amico, amico di tanti altri.
Ti avrei chiamato Dà se ti avessi incontrato, così come con naturalezza faremmo con tutte quelle persone che vediamo un numero infinito di volte alla tv, allo stadio, sui social network. E sui social ti avevo "conosciuto" diversamente, in quella pagina privata nata anni fa'. Nella tua biografia ti definivi "designer di fama mondiale e calciatore nel tempo libero".
Non gli soliti scatti tra palestra, spogliatoi, cene, sfarzi, sponsor.
Ricordo interni fighissimi, posti di nicchia, gelati e piatti invitanti, gare casalinghe di Masterchef e sorrisi.
Vivevi nella "mia" Isola nella quale hai investito, ti sei integrato e per la quale ti arrabbiavi per il potenziale inespresso che questa terra, ogni giorno, continua a dimostrare di avere.
Qui sei diventato grande e famoso. Fino alla Nazionale.
Bello e forte lo eri già. Sorridente, anche.
Ti descrivono tutti così. Solare, onesto, educato e leale.
Penso avessero ragione.
Poi una compagna bellissima, qualche viaggio fighissimo ed invidiabile, il salto verso una squadra da Scudetto.
Arriva una bambina, l'assestamento e la fascia da capitano in un'altra piazza importante.
Ti avrò visto giocare almeno un centinaio di volte e non ricordo, a memoria, un solo episodio negativo che ti abbia visto protagonista. Sempre duro ma sempre onesto. E mai sopra le righe.
Ieri sei andato via, portandoci via anche tante lacrime e facendoci fermare a guardarci dentro.
Hai riportato tutti agli anni di quella foto, nei quali i sogni sono ancora desideri intangibili. Quando ci immaginiamo supereroi del domani, imbattibili, invincibili, impossibili da scalfire.
Noi siamo rimasti lì, ai sogni spezzati di quei giorni. Tu, invece, sei diventato Capitano e ti abbiamo visto realizzare quello che noialtri sognavamo di diventare.
Poi il tuo Addio improvviso a ricordarci che nessun essere umano gode di immunità in questo Mondo.
Siamo tutti uguali, tutti di passaggio.
Anche chi è bello, forte, ricco, famoso, sorridente e realizzato.
Andandotene via così ci hai dato un insegnamento che avremmo volentieri potuto imparare anche senza il tuo di Addio.
Avremmo preferito una domenica condita dai soliti stupidi litigi e sfottò, piuttosto che perderti così.

Questa volta sei volato più in alto del solito, troppo.

Riposa in pace.


Ciao Dà. ❤️


f.a.