8 confronti, 16 partite tra andata e ritorno.
Attese da due mesi, solitamente affascinanti.
La musica, la cornice, i colori.
Soprattutto le sfilate e le prodezze dei campioni chiamati in causa.
Come spesso accade, per gli strani scherzi del sorteggio, assisteremo a qualche finale anticipata e a qualche partita tra le classiche "che ci sto a fare qua".
Anche quest'anno gli esperti hanno indicato ben presto i favoriti di ogni match.
Solo Psg e Chelsea lasciano forti dubbi agli scommettitori. Forse anche Benfica e Zenit danno l'impressione di potersela giocare alla pari.
Per le altre gare no. Bayern, Real, Barcellona, City, Wolsfburg e Atletico Madrid. Ai quarti, direttamente.
Uscita ipotizzata per le altre, Juve ed Arsenal su tutte. Poi la Roma, la Dinamo Kiev, Psv e Gent. Le Magnifiche 16, diverranno presto le Stupende 8, magari già dopo l'andata degli scontri.
Però il bello della Competizione, volutamente in maiuscolo, resta quello che rappresenta la più banale citazione descrittiva di questo sport, la famosa "la palla è rotonda".
Questa coppa è stata capace di regalare insieme dolci vittorie inaspettate ed inesorabili quanto fragorose cadute a Big onnipotenti.
E allora guardiamoceli gli ottavi che, ogni tanto, anche i bookmakers sbagliano.
Possono individuare una vincente tra l'invincibile Psg formato Ligue-1 ed il Chelsea più deludente degli ultimi anni, in corsa solo per l'obbiettivo bella figura in questa Competizione?
Riescono a capire quanti gol di scarto daranno Messi-Suarez-Neymar ai Gunners che così vicini al titolo in Premier non li si vedeva dai fasti del sommo Henry?
Cosa penseranno della nuova-vecchia Roma Spallettiana al cospetto del Real di Zidane, ricco di bocche di fuoco capaci di tutto ma storicamente non imbattibilie?
L'Atletico di Simeone, meno rognoso e convincente ma più bello di un tempo, passerà facile contro gli Olandesini capaci di prendere a ceffoni il connazionale Van Gaal?
Di Benfica e Zenit, e di Wolsfburg e Gent pensino pure ciò che vogliono. Comunque vada non sembrano avere troppe cartucce da sparare dagli eventuali quarti in avanti.
Poi c'è il City eterno vincitore del premio per il mercato più lussuoso ma costantemente eliminato troppo presto. Vincitore, al massimo, del premio per il miglior vincitore mancato. Urna amica ma soliti problemi di assembramento. Da Kiev chiedano a Ranieri come si può, partendo da nettamente sfavoriti, vincere allo City of Manchester e compiere un'impresa.
Ai Citizens arriverà Guardiola, ma a giugno. Per ora allena, ahimè, il Bayern. A Monaco hanno anche Neuer, Alaba e Lewandowski. Hanno Robben, Müller, Lahm ed anche Douglas Costa. Poi ne hanno altri, tanti, oltre a Vidal e Coman. Non sono al completo machissenefrega, sembrano imbattibili.
Anche se ad affrontarli ci sarà la Juve, finalista lo giugno scorso e fresca capolista in Italia. Anche se si dovessero recuperare dall'infermeria alcuni uomini chiave. Il Bayern ha già vinto, dicono, ha già imboccato la strada per Milano. (Dolci ricordi per i bavaresi...).
Probabilmente sarà così, come i bookmakers hanno pronosticato, i giornalisti hanno scritto, i tifosi delle squadre non partecipanti sperato.
Ma il calcio è bello perché sa essere dolce e amaro, spesso prevedibile, non sempre scontato.
E allora io penso che non si parta mai battuti, che la paura non aiuti a vincere e nemmeno la troppa sicurezza di farlo.
Penso che fondamentalmente tutti quegli esperti parlanti abbiano ragione, ma prima o poi anche in questa competizione a vincere non saranno sempre gli altri.
Bentornata Coppa dalle grandi orecchie.
Sii buona, non vorrai scontentare i bambini della foto...
f.a.
martedì 16 febbraio 2016
martedì 9 febbraio 2016
Godiamocela!
Pensiamola al contrario.
Arbitra Tizio, anzi "fate arbitrare Caio". E
parliamo del Sig. Tizio di Carugate, avvocato, quello che non ci diede un
rigore contro il Chievo Verona... Anzi no, poco importa. Comunque vada
sbaglierà in loro favore, lo dice la storia. A Napoli fischiano un rigore
contro gli azzurri ogni 10 mesi.
Settore ospiti chiuso, così ha deciso il Prefetto.
La società non manda i piccoli tifosi delle giovanili
allo stadio bensì rivende i biglietti, per uno stadio completamente azzurro.
Il fattore campo può e deve essere un'arma in più. A
maggior ragione se mancheranno gli infortunati Albiol, Hamsik ed Insigne.
Noi sopra di due punti, loro ad inseguire. Inseguire
logora, così come non avere il potere, ma loro sanno bene come si preparano certe
sfide.
Noi ci arriviamo al gran completo, forse stanchi, ma con
il roster completo.
Il Mister è appena uscito indenne da una polemica
mediatica per delle frasi offensive rivolte verso un collega. E a Torino hanno
il coraggio di parlare ancora di "Stile Juve"...
Poi però una Curva intera offende Pogba e Asamoah, ed il
Nostro Mister si presenta in TV dicendo che certe cose e certi tali negli stadi
andrebbero puniti.
Ogni domenica ci cantano che "l'unico gobbo buono è
un gobbo morto", ricordando l'Heysel. Più tardi invitano Pessotto a
ripetere il tuffo dalla finestra della sede bianconera. E la stampa ne parla, prende
le nostre difese scagliandosi contro le tifoserie degli altri come se una parte
dei nostri tifosi non replicasse mai, con altrettante barbàrie, a certi cori,
striscioni, azioni.
Siamo sopra di 2 punti ma abbiamo un fatturato non
paragonabile al loro. Allora il nostro Mister lo riporta, puntuale, in
conferenza stampa ogni qualvolta gli venga chiesto il favorito per lo Scudetto.
Il fatturato si, è influente e decisivo. Come quella
volta in cui NON giocammo al Bernabeu, per lesa maestà: Avevamo Manninger,
Grygera, Mellberg, Molinaro, Tiago, Marchionni, Amauri...
O come quando alle semifinali e alla finale di Champions League
2015 giocammo solo per onorare l'impegno, tanto con Benzema-Bale-Cristiano e
con Messi-Suarez-Neymar non ha senso, vincono loro prima del fischio d'inizio.
Qualsiasi calcolatrice non riuscirebbe nemmeno a calcolare la somma dei loro
faraonici stipendi. Dovrebbero giocare una Coppa a parte.
Immaginate Bonucci negli ultimi minuti della gara contro
il Genoa che prende furbescamente un cartellino giallo per saltare Frosinone ed
esserci a Napoli. Jorginho invece gioca da diffidato la gara casalinga contro
il Carpi rischiando di saltare il big match. Avrebbero parlato di nostra
furbata, queste cose erano permesse solo a Mou e pochi altri.
Provando ad invertire tutto, o quasi, sono caduto nel
tranello di chi già da domenica sera questa così bella partita sembra non la
voglia giocare e non fa niente per mascherarlo.
Noi dell'arbitro non sappiamo il nome, la residenza ed il
codice fiscale. Quasi mai ci importerà troppo perché in ogni caso ed in qualche
modo, in un passato più o meno recente, sarà capitato che ci aiutasse.
A Napoli è successo, non di rado, che vietassero la
trasferta ai tifosi bianconeri. Non ricordo però l'ultima volta in cui se ne
parlò se non per onor di cronaca.
Ci mancheranno pezzi pregiati, tanto pregiati. Non ho
ancora letto niente di riconducibile ad un "se ci fosse stato..."
Non dirlo e non aggrapparsi alle assenze è solo un modo
velato di ammettere che quel fatturato ci rende pressoché invincibili in
Italia, più forti di tutto e di tutti negli ultimi anni. Vero il fatturato
conta, può fare la differenza.
Mi piacerebbe ricordare a tutti che 10 anni fa
concorrevamo a braccetto nello stesso campionato, in Serie B. Noi da retrocessi,
non per demeriti sportivi, loro promossi da dominatori della vecchia C1.
Paro contro Savini, Boumsong contro Grava, Trezeguet e
Bogliacino. Ecco, in 10 anni, ammettendo di aver potuto contare su una base
solida che includeva grandi vecchi straordinari, avremmo potuto percorrere la
stessa strada. Due settimi posti, figure magre in molti campi d'Italia e
all'Olimpico di Torino. Poi la rinascita Contiana che, quella si, ci ha spinto
verso questo così decisivo fatturato. Gli altri avevano Lavezzi & Cavani,
poi venduti a peso d'oro. Noi con gli stessi soldi spesi per Fideleff ci
abbiamo fatto metà squadra, quella che poi è arrivata a Berlino non in visita
guidata, ma a giocarsi una finale contro i più forti dell'universo.
Il nostro mister, un ganzo livornese lanciatore di
cappotti, riceve più domande sul suo futuro al Chelsea che non sul modulo o
sulle scelte di chi andrà in campo. Non sbotta, non insulta giornaliste
televisive, ma è sempre in bilico e gestisce male i giovani, Rugani
soprattutto. Con quell'altro, aiutato dall'utilizzo del Drone, sarebbe stato
già il nuovo Baresi. Cattiva gestione Mister Massimiliano...
È martedì e se ne sono già dette troppe. Resta l’attesa
per scoprire i dettagli sull'origine e le simpatie calcistiche del ramo
familiare del designato Sig. Arbitro. Ma arriverà presto sabato.
Quella partita, ora tralasciando le banalità, la
giocherei come fosse l'ultima partita della mia vita.
Se fossi Sarri chiederei al mio portiere, il napoletano
"ad Honorem" Pepe Reina, come si vincono e preparano partite così, e
di raccontarlo ad Hysaj, Ghoulam, Allan e Jorginho. Chiederei al mio Bomber
Gonzalo, di trascinarmi ancora come non aveva fatto mai prima di questo
campionato. Chiederei al mio Capitano di alzare la cresta davanti al
centrocampo più forte d'Italia. Direi a Koulibaly di non ascoltare gli ululati
dello Stadium e di annullare Dybala e Morata. "Ululeranno contro Pogba e
Alex Sandro perché gigioneggiano troppo" gli direi. Chiederei ad Insigne
di dimostrare ancora quanto sia Magnifico in questa stagione da doppia-doppia
Cifra. Infine chiederei a miei tifosi di sostenerci sempre e comunque, anche da
casa, e come e più di prima nel prossimo impegno casalingo dopo Torino. Due
punti di vantaggio pesano, cinque peserebbero enormemente, andare a meno uno
non sarebbe una disfatta. Ci sarebbero ancora tre mesi davanti, per sperare e
crederci. Gli direi di crederci come ha sempre fatto lui, sessantenne di
provincia con il curriculum pieno della parola Gavetta. Potrebbe essere Lui
quello che Conte è stato per la Juve. Gonfierei il petto ed entrerei allo
Stadium con una sigaretta in bocca, provando ad ammazzare un'evidente tensione.
Con la calma dei forti, e l'orgoglio di chi se la andrà a giocare con due
risultati su tre a disposizione contro i Vice-Campioni d'Europa.
Andrebbe vissuta come un'opportunità bella ed unica.
Vincere per Napoli significherebbe aggiungere una data
storica in un calendario non ricchissimo di date rosse.
Vincere per la Juventus dovrebbe essere quasi la
normalità.
La normalità nel calcio non esiste.
Esiste la bravura prima dell'abitudine a farsi trovare
pronti nel preparare e giocare certe partite.
Le imprese sportive, quelle inaspettate sono quanto di
più bello e romantico lo sport possa raccontare e regalare. Ma sabato vorrei
che di romantico ci fosse solo la Serata con la mia Fidanzata per festeggiare
il Nostro Anniversario.
In campo mi fido dei miei beniamini.
Vincere o perdere, ma Godiamocela e...
#finoallafineforzajuventus!f.a.
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