mercoledì 21 novembre 2012

martedì, da leoni.

un'assenza prolungata da questa pagina.
un'assenza non paragonabile però a quella che vedeva la Juventus mai così distante da una notte europea a lieto fine, come poi si è rivelata quella appena trascorsa.
Girone E, e fino a ieri due squadre davanti in classifica ai bianconeri che ancora pagano il balordo pareggio in terra danese. la speranza è però di ritrovarsi a febbraio nel salotto comodo delle fasi a eliminazione diretta. Difficile, non impossibile. Arriva la prima data utile per dimostrare che questa Juventus, schiacciasassi in serie A, sia pronta anche per l'Europa che conta. 20 novembre, Juventus Stadium pieno e caldo, per coccolare e spingere i suoi beniamini, contro i campioni in carica, seppur orfani del bomber principe andato a Oriente, e di due storici pilastri rimasti a casa. C'è tutto perché sia una gara da ricordare. E i giocatori in campo, quelli di casa, chiariscono subito quali siano le intenzioni della serata. La bufera bianconera si abbatte sulle corsie laterali, col colored ghanese a sinistra prima, e con lo svizzero dirimpettaio, poi, che impegna Cech bravo a salvarsi sbattendo la palla sul palo. è il primo brivido freddo per i Blues. Pochi minuti dopo e il genietto Oscar, alla prima discesa inglese del match, si beve mezza difesa bianconera e serve con un filtrante delizioso Azpilicueta, non propriamente il pericolo numero uno, il quale vede negarsi da Buffon la gioia del vantaggio. Spaventata ma volenterosa fino al ventesimo abbondante la Juve da la sensazione di essere un fiume in piena, che crea, disfa e anima il Chelsea con errori grossolani che provocano qualche vertiginosa ma inconcludente ripartenza. Al minuto 38, Pirlo si libera dalla gabbia congeniata da Di Matteo e conclude verso la porta dalla distanza e sulla traiettoria l'irruzione di Quagliarella, bravo ad aprire il piatto sinistro, spiazza Cech che vede infilarsi lentamente dalla sfera alle sue spalle. Bianconeri pazzi di gioia. Passa un minuto e Asamoah affonda sulla sinistra, crossa, trova una deviazione di David Luiz, contrastato da Lichtsteiner e Quagliarella, ma sulla linea Cole salva i suoi dal tracollo.
è nel secondo tempo però che la Juventus legittima il trionfo. Vucinic e Pirlo testano le doti di Cech dalla distanza. Al minuto 50 il Montegrino perde l'equilibrio troppo facilmente in area, seppur cinturato dall'irruento Cahill: nessun fischio, qualche timida protesta. Un Chelsea mascherato in avanti preoccupa la quasi perfetta retroguardia bianconera solo con azioni di contropiede, per questo il Mister di Sciaffusa prova a scoprirsi inserendo Moses, decisivo nell'ultima notte europea a Stamford Bridge. Cambia nulla. Passa un niente e Vucinic da sinistra serve l'accorrente Asamoah che entra in area e confeziona un assist perfetto arretrato per il rimorchio di Vidal, per quella che il ghanese poi rivela sia un'azione studiata. Gol del travolgente Arturo. Doppio vantaggio. La mossa disperata di inserire un Torres in versione fantasma non porta a niente. Lo stadio è in delirio che canta e che balla, il Chelsea pare svuotato e annichilito. Qualora ce ne fosse bisogno il fresco Giovinco mette la parola The End al match, con una puntata che rende nulla la disperata uscita di Cech, dopo un assist verticale del cileno Arturo: un fattore in questa Juve.
Triplice fischio, festa strameritata in una cornice fantastica e poi testa in Ucraina, per impacchettare la qualificazione al turno dei forti. La strada è questa.
A chiudere il gruppo, l'inguardabile partita di Copenaghen che sarà ricordata per l'incommentabile furbata di Luiz Adriano che contribuisce con la sua tripletta, sommata alla doppietta del crack Willian, a portare gli Ucraini al turno successivo.
Nel gruppo G, Messi travolge i russi dello Spartak nel sintetico di Mosca, estromettendoli anche dall'Europa League, ed i blaugrana riscattano lo scivolone del Celtic Park. La pulce si porta a 80 gol stagionali nell'anno solare, cifra che aumenterà sensibilmente considerati le medie del fenomeno e le 7 partite rimanenti in questo 2012. Fuori gara l'argentino.
Al Da Luz, il Benfica piega il troppo difensivo Celtic, rimandando all'ultima giornata i verdetti per la seconda squadra qualificata del gruppo dietro agli irraggiungibili Catalani. La decide l'ex della Casablanca Garay su palla inattiva, mascherando ancora una volta la sterilità del prolungato possesso palla delle Aquile portoghesi.
Nel gruppo F, alle 18 va in scena il suicidio del Bate che perde in casa 2-0 contro un Lille imbottito di riserve. Valencia e Bayern scendono in campo al Mestalla già consapevoli di aver passato entrambe il turno aritmeticamente. Viene fuori un noioso 1-1, maturato nel secondo tempo. L'ultima giornata ci dirà quale squadra si presenterà come prima del girone.
Nel girone H, i Red Devils già qualificati agli ottavi ed ampiamente rimaneggiati perdono 1-0 contro il Galatasaray all'Ali Sami Yen grazie al colpo di testa di Yilmaz, vecchio pallino di Lotito. A Cluj invece, Rui Pedro in versione fenomeno regala ai suoi una vittoria che manda all'ultima giornata il verdetto per la qualificazione. Uscita di scena per il Braga, giustiziere dell'Udinese nei preliminari, rivelatosi poco più che una comparsa durante questa fase, ma che sarà giudice nell'ultima giornata quando ospiterà i giallorossi di Instabul.
I martedì e i mercoledì di Champions si confermano quanto di meglio lo spettacolo Calcio possa offrire. E anche stanotte sarà un'altra notte da leoni.

f.a.