giovedì 23 luglio 2015

Suerte.

Morto un papa se na fa un altro, dicono.
Personalmente non ho mai apprezzato troppo questa espressione. A maggior ragione quando i Papi, non morti ma con nuova residenza, sono ben 3.
Il Maestro volato negli States ad insegnare calcio; Carlitos vuelto a casa per la gioia della Baires boquense; l'ultimo cronologicamente, il Mangiaterra che diventerà presto König in Baviera.
Despedide importanti. Una fisiologica, una già annunciata, l'altra non insospettabile ma comunque non facile da digerire.
Il partito degli aziendalisti si sfrega le mani davanti ai 40 milioni in arrivo da Monaco. Liquidità, forse, presto utilizzata per l'acquisto di quel fantasista degno mancante dai tempi del sommo Zizou. Tanti soldi per noi comuni mortali, non abbastanza per trovare un profilo da godimento assoluto.
Io sono poco aziendalista. Più viscerale, emotivo, e nemmeno con la memoria corta. Quella cresta mi mancherà, ancor più di quanto mi mancherà poi l'altra cresta, tra un anno. Perché per 100 milioni anche io inizio ad aziendalizzarmi. Tornando ad Arturo, mi mancherà il suo ego, l'efficacia del suo tackle poco legale ma corretto, il suo cuore disegnato da indici e pollici, così come mi mancherà la sensazione di non aver paura ogni qualvolta il gioco si farà duro. A 28 anni, dopo 4 annate di spremiagrumi, con un ginocchio ammaccato, migliaia di km per la causa bianconera, penso sia giusto che abbia voluto cambiare scegliendo uno dei tre 3 club irrinunciabili oggi al mondo. Sono cresciuto col mito del 10, del finché morte non ci separi per cui metabolizzo con netto ritardo un addio. Ma nel calcio di oggi quasi mai va più così, ma segue una maniera molto poco romantica.
Quei 3 tutti insieme, sarà dura abituarsi. Quello con la barba e l'arte nei piedi, quello con le cicatrici e la garra innata, e poi Arturo.
Tre leader, tre trascinatori. Tutti diversi, tutti decisivi, tutti campioni.
Sarà come l'anno zero.
La ripartenza dovrebbe comunque essere dolce. L'oculatezza e la lungimiranza non dovrebbero mancare alla nostra dirigenza, pronta ad allestire un roseo futuro.
Scopriremo presto se gli investimenti fatti e prossimi, potranno divenire presto nuovi beniamini dei tifosi.
Attenderemo curiosi e speranzosi come bambini, ma anche un po' golosi come gli adulti nell'attesa di adorare e poi assaggiare la ciliegina sulla torta.
Suerte a loro, Suerte soprattutto a noi. 

f.a.