lunedì 19 ottobre 2015

Rush!

I numeri sono indegni.
La posizione in classifica, anche.
Attenuanti tante. Infortuni, modulo, rinnovamento, adattamento. 
Tutto vero. Ma dopo due mesi di campionato nessuno si sarebbe aspettato una situazione così. 
Udinese, un assedio sterile. Un contropiede, un gol subito. Zero punti.
Roma, passività e nessuna identità, paradossalmente meglio in 10 che in 11. Zero punti.
Chievo, gol subito al primo tiro, primo punto in classifica.
Genoa, vittoria contro 10 uomini, senza brillare ma finalmente i 3 punti.
Frosinone, un palo subito, un gol da fermo in pieno recupero, un punto.
Napoli, poco in partita, altra sconfitta giusta. Come contro la Roma.
Bologna, primi 3 punti in casa dopo aver subito gol ancora al primo tiro.
La sosta, qualche uomo recuperato, altri nuovamente acciaccati.
Inter, un legno a testa, tanta paura, un punticino più da bicchiere mezzo vuoto.
La svolta tarda ad arrivare. Eppure il mercoledì europeo ci regala gioie, illusorie, ma determinanti per il cammino in Champions. Lì è diverso, come al contrario succedeva gli anni passati. 
Sarà Berlino, saranno gli avversari, sarà che lì il concetto di sazietà non esiste.
Ma arrivare a Milano, al momento, oggettivamente pare utopico.
In campionato solo 9 gol fatti. Sarà l'assenza del quasi capocannoniere della passata stagione, di uno dei centrocampisti centrali più prolifici d'Europa e dell'inventore unico dell'ultimo passaggio (e non solo)... Sono però arrivati una giovane Joya pagata abbastanza, ed una garanzia croata che qualche gol l'ha sempre fatto tra Bundes & Liga. 
La fonte di gioco manca, è mancata e forse mancherà anche quando proverà a reincarnarsi stabilmente nei piedi di Marchisio. Ottimo ma diverso dal come ci eravamo abituati nel quasi ultimo lustro.
Dietro i soliti Leoni. Dal più anziano, il Capitano, la faccia e ancora l'anima della squadra. Peccato non possa infondere carisma e personalità nel centro del campo, come faceva nella categoria esordienti. 
Fortunatamente fa ancora benissimo il suo ruolo e se non ci fosse stato lui forse staremmo parlando di qualcosa di ancor peggiore, se possibile.
Barzagli, dopo un'annata di riposo forzato per gli infortuni, è tornato il muro apprezzato nel triennio Contiano. Gli altri due, talvolta distratti, tengono ancora bene, vivendo però spesso di rendita.
Avanzando nei reparti, troviamo quei 3 che solo ieri hanno giocato insieme. Prima volta da luglio, dal ritiro estivo. Si faranno. 
Chi mi preoccupa è colui che indossa la 10. Dovrebbe essere la certezza, la linea guida. Invece è diverso, meno sfrontato e più complessato, mentalmente bloccato, fisicamente in ritardo. Si pensava potesse sovrastare chiunque, prendendosi una leadership naturale che i guizzi passati sembravano giustificare. Invece no. Per ora no. Per ora i tifosi pensano che 100 milioni, in un'annata così rinnovata, avrebbero permesso acquisti funzionali per l'imminente futuro che volente o nolente lo vedrà comunque lontano da Torino.
A destra l'affare, in prestito. Un colombiano impazzito, al quale non si può però affidare il nucleo del mondo. Ogni azione utile o forzata passa dai suoi piedi, educati non fatati, troppo prevedibili se ricercati ossessivamente. 
Il lato opposto continua a presidiarlo un insostituibile del Mister. Uno che ha macinato davvero tanto nella decennale carriera oltremanica, intelligente ed umile, uomo e campione ma non più pronto a sostenere fasi così delicate e sprementi in novantacinque minuti per almeno due volta alla settimana. Così si è investito tanto su un esterno in scadenza, pagandolo abbastanza, il quale sembra stia diventando un caso. 24 anni, sprint e piede, forza e dinamismo. Forse non sarà ancora pronto, preghiamo lo sia presto. Del trequartista non parliamo più perché il Tucumano era già in rosa, e penso abbia poco da invidiare al Profeta arrivato in extremis più per tacere i mugugni del popolo che per evidente rafforzamento tecnico. Detto questo, in base alle scelte fatte, credo che il ruolo del 10 lo vedremo abbastanza raramente schierato. Nonostante un'estate di snervante ricerca. 
Dei delanteri ho già detto. Si è unito anche Zaza, lottatore generoso dal sinistro caldo, ancora acerbo per prendersi la squadra sulle larghe spalle e portarla lassù dove si potrebbe. 
Si è acquistato per rimpiazzare, si è abbassata e bene l'età così come il monte-ingaggi. 
I ricambi rendono la squadra più lunga della passata, anche se per ora gli infortuni hanno invalidato ogni idea di rosa profonda.
I titolari però, ad oggi, restano distanti dai partiti. 
Non so cosa aspettarmi dal futuro, i valori restano molto buoni, l'amalgama resta lontana così come i capoclassifica. 
Bisognerà correre e rallenteranno lassù. Non so quanto però riusciremmo ad accelerare noi senza più toccare il freno. 
Non frenare è generalmente pericoloso ma a noi serve davvero non farlo più. 



f.a.



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