É finito un altro campionato. Quasi
nessuno aveva qualcosa da chiedere a questa trentottesima giornata.
Il terzo posto però, valevole per l'accesso ai preliminari di
Champions, era ancora in bilico.
Il Milan, impegnato a Siena, è quello
orfano dei top player persi nella rivoluzione estiva. Allegri è
stato il timoniere di una squadra che, dopo una falsa partenza, ha
ripreso a navigare in acque tranquille intraprendendo una rimonta
insperata, grazie all'esplosione di alcuni giovani e alla ciliegina
Mario Balotelli. Proprio Mario, spinto lievemente da Felipe, ha
guadagnato il penalty incriminato di Siena. Dopo il vantaggio
iniziale della Robur, già retrocessa, Mario ha trasformato l'ennesimo
penalty della sua carriera, centrando il
dodicesimo gol stagionale in tredici partite. Sull'1-1 ci ha pensato
il quasi sempre bocciato Mexes, con caparbietà, a battere un super
Pegolo regalando il terzo posto al Milan. Esplosione di gioia
rossonera a Siena, in campo ed in tribuna. Esplosione di rabbia,
invece, a Firenze e a Pescara, dove i viola, annientando con un quasi
tennistico 5-1 un indecoroso Pescara, hanno sfiorato fino all'ultima
la Champions, perdendola sul filo di lana. Recriminazioni a
catena dall'entourage viola, per quel rigore...dubbio. Europa League
per Montella. L'ex aeroplanino può vantarsi di aver reso il suo
centrocampo come il più “spagnoleggiante” d'Italia. Bel gioco,
forse il migliore del campionato, ottimi risultati, così come le intuizioni fatte in sede di mercato. Poi l'esplosione di Ljajic,
finalmente. Jovetic invece, a tratti, è parso già lontano da
Firenze. Le grandi orecchie, forse, l'avrebbero potuto trattenere.
Ora la voglia di fare il salto di qualità prevarrà.
L'Udinese e l'Europa League erano
distanti solo 3 punti. Missione compiuta, ancora, per Guidolin e
soci. 5 gol a Milano in casa dell'Inter. Quinto posto per i friulani, davanti a squadre più blasonate come le romane e l'Inter, appunto.
Ventitreesimo gol stagionale per capitan Totò, grazie all'ennesima
prodezza. Mai un gol banale.
L'altro vero miracolo si chiama
Catania al record di punti in serie A, cinquantasei. Sopra l'Inter,
e con il sogno Europa mai così vicino. Maran ha raccolto le solide
basi lasciate in eredità da Montella, ed ha portato il clan degli
argentini a brillare più che mai. Ora, sotto l'Etna, aspettano di
vedere cosa cambierà il mercato, da Papu Gomez in poi...
Le romane si giocheranno tutto nella
finale di Coppa Italia. In regalo l'ultimo posto valido per l'Europa
League. Sarà uno spareggio durissimo e decisivo per entrambe. I
biancocelesti di Petkovic sono stati strepitosi fino a quando hanno
avuto benzina e cambi sufficienti per affrontare i tanti impegni.
Pagano, forse, le scelte societarie che hanno escluso dalla rosa quei
ricambi che in alcuni momenti sarebbero stati vitali. Zarate e Diakitè prima, Cavanda poi.
Giallorossi vincenti all'ultima gara
casalinga contro un Napoli già sazio, Cavani a parte. La finale
dell'Olimpico potrebbe, in parte, salvare una stagione da dimenticare
considerato il potenziale valore della rosa. Zeman assolutamente
bocciato. Da salvare pienamente il solo Totti, autore quest'anno
dell'ennesimo record e segnalato per una freschezza atletica dimenticata.
Parma salvo in anticipo, ma remissivo
troppo presto. Un ottimo girone d'andata, un deludente girone di
ritorno. Decimi.
Il Cagliari dopo l'arrivo del duo Pulga-Lopez ha fatto un campionato
straordinario. Si è parlato tanto delle vicende extra-calcistiche. Da Is Arenas al presidente Cellino. Si è parlato meno
di una squadra che senza il proprio pubblico, con un campionato fatto
quasi esclusivamente in trasferta, avrebbe infiammato notevolmente i
propri tifosi. Oltre ad Astori, ormai stabile nel clan azzurro, premiato il folletto Sau, dodici gol stagionali, e la sicurezza Agazzi. Premiati.
Di note dolenti, però, ce ne sono
eccome. L'inter. La seconda peggiore stagione di sempre per la
squadra nerazzurra. Sedici sconfitte stagionali. Gol subiti superiori
ai gol segnati. Fuori dalle coppe. Tracollata. Di alibi ce ne
sarebbero, si. Ma anche di colpe oggettive ad allenatore e staff
dirigenziale. Nono posto e rifondazione in arrivo. Moratti
permettendo.
Bologna, Atalanta, Chievo, Torino.
Stagioni tranquille per loro, eccezion fatta per i granata che hanno
rischiato sul finire di stagione. Curva Maratona che ha salutato il capitano Rolando, che ha lasciato con un gol pieno di rabbia i propri affezionati. Ottimi Diamanti, Thereau, Bonaventura e Denis. Se ne sono
accorti tutti, le possibilità che non cambino maglia nel mercato che verrà sono poche.
Restano le retrocesse e chi si è
posizionato a ridosso del terzultimo posto. Pescara improponibile.
Delli Carri non è stato uno dei migliori difensori della storia della serie A e quest'anno si è dimostrato come il peggiore del
campionato nell'allestire una squadra. Pescara parso sin da subito non all'altezza
dopo il trionfale cammino dello scorso anno. 22 punti totali. Un
insuccesso.
Palermo caotico, come sempre, come il suo presidente.
Mercato deludente, squadra a Sannino, presentato come una sicurezza.
Ma Zamparini crea, disfa, ricrea, distrugge. L'improvvisazione ha
portato alla retrocessione dopo 9 anni di serie A. Addio anche a capitan Miccoli, invitato recentemente anche dal Patron a cambiare
aria. Anche lui ha scelto di salutare i suoi tifosi con una prodezza. Amarcord.
Siena, come detto in apertura, che
nonostante la retrocessione ha onorato fino all'ultimo un campionato
sfortunato. La penalizzazione ha tagliato le gambe ad una squadra che
già in estate sembrava data per spacciata. Hanno fatto il massimo,
non è comunque bastato. Auguri.
Genoa, loro si sono salvi. Ma non
sufficienti. Anche qui Preziosi si è divertito a giocare con il
fuoco. Ha rischiato. Si è salvato. Sarebbe dovuta essere la stagione
del riscatto. É stata, invece, la stagione della paura. Decisivo
Marco Borriello e i rinforzi difensivi di gennaio.
Juventus già campione, ha confermato
Conte ed ora dovrà pensare solo al mercato. Cercherà di
accontentare le richieste del proprio allenatore ma non sono chiare
le reali risorse economiche disponibili per i rinforzi estivi. Per la cronaca perde
a Genova l'ultima stagionale. La Samp è l'unica squadra a non aver perso con i bianconeri in questo campionato. Da segnalare l'ennesimo
episodio sfortunato riguardante Bendtner: in pochi minuti rottura del
polso e squadra in dieci uomini. Lui, come Anelka, saranno tra quelli che
l'anno prossimo non ci saranno più.
Napoli ha già salutato Mazzarri, che
lascia dopo l'ultima gara disputata all'Olimpico. Lascia dopo 4 anni
e dopo una crescita tangibile. Una crescita che ha portato Napoli a sognare lo
scudetto. Il secondo posto con 78 punti è il frutto di un'altra
grande stagione che chiude degnamente un ciclo. Il bilancio del tecnico parla di una Coppa Italia e di una presenza europea costante. Mazzarri aveva iniziato la propria avventura con una sconfitta per 2-1 con la Roma. Ha chiuso nello stesso modo.
Ma a Napoli ha quasi fatto un miracolo. Ora sul mercato, se lo
contendono Inter e Roma. Così riportano i giornali. Chi lo prenderà, farà un grande acquisto.
A quanto pare sul mercato ci sarà
anche Allegri, scaricato indegnamente dopo una rincorsa miracolosa.
Uno scudetto, un secondo posto ed un terzo posto senza Big nello scacchiere.
Fondamentale è stato SuperMario nella rincorsa, vero, ma Max avrebbe meritato
maggior rispetto e riconoscenza. L'estate sarà calda, si spera.
Ciao Campionato.
f.a.
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